PALERMO – E’ stata davvero un’estate calda per Partinico quella che va a concludersi. Il comune in provincia di Palermo nel giro di due settimane, tra luglio e agosto, ha fatto da scenario a due gravi e violente aggressioni ai danni di extracomunitari giovanissimi e residenti in centri di accoglienza presenti sul territorio. L’amministrazione comunale è corsa subito ai ripari, intanto “condannando senza riserve atti di violenza inauditi”, hanno detto il sindaco Maurizio De Luca e la sua giunta, e dopo prendendo in mano le redini della situazione legata alle numerose comunità operative nel comune palermitano pianificando dei controlli a tappeto.
“Il Comune farà di tutto per agevolare l’integrazione ed evitare incidenti vergognosi come quelli che si sono verificati quest’estate”, ha detto Rosi Pennino, assessore ai Servizi sociali di Partinico. Il primo fatto di violenza risale allo scorso 28 luglio, quando un ragazzo di 19 anni del Senegal è stato aggredito mentre lavorava in un bar. Il giovane, da due anni ospite di una comunità, ha presentato una denuncia dopo che un gruppo di ragazzi lo ha pestato provocandogli ferite al labbro e alle orecchie. Il ragazzo sarebbe stato insultato e poi preso a pugni e calci, mentre il gruppo gli urlava: “Vattene via sporco negro”. Il secondo episodio si è verificato a Ferragosto: la lite fra un gruppo di uomini e un gruppo di ragazzi richiedenti asilo ospiti di un’altra comunità, è scoppiata sulla spiaggia di Trappeto, ed è proseguita poi a Partinico dopo un inseguimento da parte dei malintenzionati. Non è bastata la presenza della responsabile della comunità, né la fuga dei ragazzi africani sul pulmino del centro di accoglienza a placare gli animi. Tamponati e accerchiati da almeno quattro auto, i ragazzi africani sono stati costretti a scendere giù dal mezzo e la violenza è ripresa. I colpevoli delle aggressioni sono ora stati individuati e dovranno subire un processo per violenza privata e lesioni con l’aggravante dell’odio razziale.
“Se da un lato la violenza è da condannare senza appello, e noi come Amministrazione lo abbiamo fatto subito – prosegue Pennino – è pur vero che questi episodi, come la notevole insofferenza dei nostri cittadini, è causa di una gestione scellerata e assente della passata amministrazione per quanto riguarda l’apertura e il monitoraggio delle attività di queste comunità e l’accoglienza senza criterio”. Attualmente, in base ai dati forniti dall’assessore, a Partinico sono operativi quindici centri di accoglienza che ospitano circa 300 persone. “Io stessa ho dovuto fare il censimento di questi luoghi, capire da chi vengono gestiti e come – ha sottolineato Pennino – prima questo lavoro non era mai stato fatto. La precedente amministrazione non ha mai vigilato sull’operato di questi centri e non ha mai collaborato alla creazione di percorsi di integrazione utili a inserire questi ragazzi in un contesto, dargli uno scopo e dopo certamente agevolare l’interazione fra i ragazzi e gli abitanti di Partinico”.
Insomma, per l’assessore le ragioni dell’insofferenza dei partinicesi andrebbero rintracciate in “un costante impoverimento della nostra comunità, una comunità che soffre. Alla violenza noi rispondiamo con le condanne e con l’appoggio incondizionato alla magistratura e alle forze dell’ordine, ma non possiamo non tener conto dell’allarme sociale del nostro comune. I numeri di richieste di sostegno e Reddito di inclusione sono alle stelle e la disperazione non aiuta l’integrazione – ha spiegato Pennino – Dal 2012 ad oggi sono stati aperti continuamente nuovi centri destinati ai richiedenti asilo a fronte di un territorio piccolo e di tanti cittadini in difficoltà. Nessuno ha pensato alle conseguenze. Nessuno si è occupato di aiutare le comunità e i cittadini a conoscersi e a capirsi. Questi centri poi – ha continuato Pennino – non sempre hanno investito in percorsi adeguati di integrazione e chi, invece ha lavorato bene, ha trovato un vuoto politico inaccettabile. Non è questo il concetto di accoglienza della nostra Amministrazione – ha concluso – Pensiamo che sia più coerente accogliere meno, ma bene, in maniera corretta e programmata, che tanto e male. Ed è quello che abbiamo intenzione di fare in futuro”.