PALERMO – Giorgio Albertazzi e’ Shyloch nello spettacolo “Il Mercante di Venezia”, di William Skakespeare, che ha debuttato ieri sera al Teatro Al Massimo di Palermo. Repliche fino al primo marzo. Lo spettacolo viene così recuperato, era previsto lo scorso novembre nel cartellone della stagione, ma era stato rinviato per un’indisposizione di Albertazzi. Il mercante di Venezia è un’opera teatrale scritta probabilmente tra il 1596 e il 1597. Il nobile veneziano Bassanio chiede all’amico Antonio, ricco mercante di Venezia, 3.000 ducati per corteggiare degnamente Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Antonio, che ha investitotutte le sue risorse in traffici marittimi, si fa prestare il denaro dall’usuraio ebreo Shylock chepretende come obbligazione, se la somma non sarà pagata il giorno fissato, il diritto di prendereuna libbra di carne sul corpo di Antonio, inviso allo stesso Shlylock.
Bassanio accompagnato dall’amico Graziano, ottiene la mano di Porzia superando una prova stabilita dal padre di lei. Graziano sposa Nerissa ancella di Porzia. Intanto la sfortuna si accanisce contro Shylock: sua figlia Gessica è fuggita con il cristiano Lorenzo, amico di Antonio e Bassanio, sottraendo denaro alpadre, che la disereda. Arriva la notizia che le navi di Antonio hanno fatto naufragio e che non ha pagato il debito alla sua scadenza.
Shylock, pretendendo la libbra di carne, porta Antonio davanti al Doge, che, nonostante la crudeltà della proposta, non può rifiutare il pagamento del debito. Porzia travestita da avvocato perora la causa di Antonio davanti al Doge, dimostrando che Shylock ha diritto alla carne ma senza che sia versata una sola goccia di sangue, se non vuole essere giustiziato per attentato allavita di un veneziano. Il Doge grazia Shylock, che desiste dai suoi intenti, ma confisca i suoi beni, che verranno divisi tra Antonio e lo stato veneziano. Antonio rinuncia alla sua parte a condizioneche Shylock si faccia cristiano e leghi i suoi beni a Lorenzo e Gessica. Intanto alcune navi di Antonio rientreranno in porto senza riportare alcun danno.