All'Ars l'ora legale non scatta mai | A gennaio deputati in Aula tre ore - Live Sicilia

All’Ars l’ora legale non scatta mai | A gennaio deputati in Aula tre ore

Nelle quattro sedute del mese è sempre mancato il numero minimo per “lavorare”. Tutto fermo a Sala d'Ercole.

Le assenze di massa
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PALERMO – Lì dentro, il numero legale non scatta mai. Un po’ come l’ora legale di Ficarra e Picone. Che averebbero potuto aggiungere, al racconto delle cattive abitudini della politica sicula da pochi giorni in tutti i cinema italiani, anche questo episodio. A gennaio, l’Assemblea regionale non ha mai fatto registrare il numero legale. Mai. In nessuna delle quattro sedute convocate tra il 10 e il 18 del mese.

Un en plein da guinnes dei primati, insomma. Che si somma, ovviamente, alla prevedibile improduttività di Sala d’Ercole e al tempo impiegato tra quegli scranni. Che è pari, per intenderci, in questo mese, complessivamente a due ore e tre quarti di sedute. Nemmeno tre ore, insomma, hanno lavorato in Aula i deputati regionali. Che anzi, per un motivo o per un altro, in Aula non si sono quasi mai presentati.

Il 10 gennaio, ad esempio, la seduta è durata un’ora e un paio di minuti “effettivi”. A un certo punto, un gruppo di deputati – come prevede il regolamento – ha chiesto la verifica del numero legale. Il risultato? Imbarazzante: in Aula c’erano appena 29 onorevoli. Così, sempre regolamento alla mano, il presidente dell’Assemblea ha dovuto sospendere per un’ora la seduta. Tutti a prendere un caffè alla bouvette. Nella speranza che nel frattempo arrivi qualcuno. Ma un’ora dopo, la nuova verifica e un risultato ancora più chiaro: i deputati in Aula erano 26. Niente da fare. Tutti a casa. Appuntamento all’indomani.

L’11 gennaio, l’Ars ci ha riprovato. Del resto, all’Ordine del giorno c’era l’importante disegno di legge di riforma egli Urega, gli uffici regionali che devono occuparsi degli appalti. L’esame inizia, ma di fronte a un emendamento, il grillino Cancelleri chiede il “voto nominale”. Un voto che si esprime, quindi, non attraverso “l’alzata e la seduta” dei deputati, ma tramite una registrazione elettronica del voto. Il risultato: i presenti erano solo 34. Ben lontani dai 46 necessari ad assicurare il numero legale. E così, stesso copione del giorno prima: Aula sospesa per un’ora. Nuovo tentativo. Risultato assai simile: è saltato fuori solo un deputato in più. Erano in 35. Tutti a casa, anche stavolta, dopo la bellezza di 56 minuti in Aula. E appuntamento addirittura alla settimana successiva.

Il 17 gennaio, però, ti aspetti uno scatto d’orgoglio, dopo le assenze di massa della settimana precedente. Macché. Il canovaccio è confermato in pieno: prima richiesta di numero legale che va a vuoto. Sono solo 31 i deputati in Aula. Diventeranno 33 un’ora dopo, superata la sospensione obbligatoria. Anche questa volta, niente di fatto. Mentre si assottiglia sempre di più il periodo di permanenza tra gli scranni: solo 36 minuti in tutto.

Che il giorno dopo si ridurranno ancora, fino quasi a dimezzarsi. Ma stavolta, non c’è nemmeno bisogno di richiedere e verificare il numero legale. Il presidente dell’Ars Ardizzone, infatti, si arrende: “Stante la perdurante assenza e la mancanza di numero legale, – ha detto – mi vedo costretto a rinviare la seduta a martedì prossimo”. Venti minuti in tutto. In una Sala d’Ercole quasi deserta.

“Non ci sono più parole, è una vergogna senza fine, – la protesta del Movimento cinque stelle – ormai sono quasi due mesi che, esercizio provvisorio a parte, in aula va in scena lo stesso copione: aula deserta, o quasi, e seduta rinviata per mancanza di numero legale”. A protestare anche un deputato del Pd come Pino Apprendi: “All’Ars non è mancato solo il numero legale, è mancato il senso del pudore e della responsabilità istituzionale, innanzitutto da parte della maggioranza che ha il dovere di essere presente e di permettere il regolare svolgimento dei lavori d’aula. Mi auguro – ha concluso Apprendi – che il richiamo del presidente Ardizzone serva a qualcosa e che dalla prossima seduta ogni parlamentare possa essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio mandato”. Appuntamento a martedì. Nella speranza che finalmente, a Sala d’Ercole, scatti l’ora, anzi, il “numero” legale.


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