18 Gennaio 2021, 20:50
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PATERNO’ – Nonostante i tanti guai con la giustizia e il pesante cognome che porta, Francesco Alleruzzo pare non voler rimanere fuori dai percorsi criminali. E dopo diverse condanne per reati contro il patrimonio e parecchie violazioni delle misure cautelari è arrivata anche una sentenza di colpevolezza per danneggiamento. Il 38enne è stato “immortalato” dalle telecamere mentre incendiava un’automobile. Le indagini dei carabinieri hanno chiuso in poco tempo il cerchio sul suo nome.
Francesco Alleruzzo è il nipote di uno dei protagonisti della vecchia mafia sanguinaria di Paternò. Il nonno Pippo Alleruzzo, morto per cause naturali nel 2019, forte della parentela con i Ferrera ha fondato la famiglia mafiosa che ha rappresentato Cosa nostra negli anni 70 e 80 all’ombra del castello normanno. Quando gli ammazzarono moglie e figlio, dopo il 1987, Pippo Alleruzzo decise di collaborare con la giustizia. Ma durò poco: ritrattò tutto. E nel nuovo millennio pareva voler rimettersi “negli affari criminali”. Ma la magistratura arrivò prima della realizzazioni dei suoi piani.
Francesco Alleruzzo non ha seguito alla lettera le orme del nonno. E neanche del padre. Ma il crimine non lo ha lasciato. Nelle pagine di cronaca nera il suo nome è collegato a rapine e furti. A 26 anni i carabinieri lo arrestano insieme a un complice durante un colpo fallito a un distributore di carburante. Qualche anno fa è arrivato un aggravamento delle misura cautelare per diverse violazioni ai domiciliari. Ora dovrà trascorrere 10 mesi in carcere.
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18 Gennaio 2021, 20:50