PATERNO’ – Nonostante i tanti guai con la giustizia e il pesante cognome che porta, Francesco Alleruzzo pare non voler rimanere fuori dai percorsi criminali. E dopo diverse condanne per reati contro il patrimonio e parecchie violazioni delle misure cautelari è arrivata anche una sentenza di colpevolezza per danneggiamento. Il 38enne è stato “immortalato” dalle telecamere mentre incendiava un’automobile. Le indagini dei carabinieri hanno chiuso in poco tempo il cerchio sul suo nome.
Il nonno Pippo Alleruzzo
Francesco Alleruzzo è il nipote di uno dei protagonisti della vecchia mafia sanguinaria di Paternò. Il nonno Pippo Alleruzzo, morto per cause naturali nel 2019, forte della parentela con i Ferrera ha fondato la famiglia mafiosa che ha rappresentato Cosa nostra negli anni 70 e 80 all’ombra del castello normanno. Quando gli ammazzarono moglie e figlio, dopo il 1987, Pippo Alleruzzo decise di collaborare con la giustizia. Ma durò poco: ritrattò tutto. E nel nuovo millennio pareva voler rimettersi “negli affari criminali”. Ma la magistratura arrivò prima della realizzazioni dei suoi piani.
Il curriculum criminale del piromane
Francesco Alleruzzo non ha seguito alla lettera le orme del nonno. E neanche del padre. Ma il crimine non lo ha lasciato. Nelle pagine di cronaca nera il suo nome è collegato a rapine e furti. A 26 anni i carabinieri lo arrestano insieme a un complice durante un colpo fallito a un distributore di carburante. Qualche anno fa è arrivato un aggravamento delle misura cautelare per diverse violazioni ai domiciliari. Ora dovrà trascorrere 10 mesi in carcere.