Amat, Gristina si è dimesso| Si apre la corsa alla successione - Live Sicilia

Amat, Gristina si è dimesso| Si apre la corsa alla successione

Il presidente della partecipata del Comune lascia la poltrona che andrà a Sicilia Futura.

PALERMO – Antonio Gristina si è dimesso e adesso per l’Amat si apre la corsa alla successione. Il presidente della partecipata del comune di Palermo, che si occupa di gestire autobus e tram, ha gettato la spugna e ha comunicato ieri la decisone di lasciare la poltrona di presidente. Una mossa attesa da molti non solo per le difficilissime condizioni dell’azienda, ma soprattutto per le continue voci di una imminente sostituzione dell’intero consiglio di amministrazione.

Adesso toccherà al Comune, alla prossima assemblea dei soci, designare un sostituto, anche se i giochi sembrano fatti: la presidenza toccherà a una personalità indicata da Sicilia Futura. Oggi i maggiorenti palermitani del partito si incontreranno per ufficializzare il nome, ma secondo indiscrezioni si tratterebbe dell’ex consigliere della Ottava circoscrizione Domenico Macchiarella.

Gristina, nominato nel 2014, ha guidato l’Amat in un periodo molto delicato: la società ha incassato il nuovo contratto di servizio, ma ha anche dovuto gestire il tram e la Ztl (con 30 milioni mai arrivati) a fronte di continui tagli ai trasferimenti. Una situazione che è arrivata al limite con la direttiva del sindaco Orlando, che impone lo stralcio di 29 milioni di euro dai bilanci e che rischia di mettere in ginocchio la società.

Proprio ieri il sindaco ha nominato alla Rap Giuseppe Norata, in quota Pd. Adesso toccherà all’Amat cambiare vertice, oltre ad Amg che andrà a Sinistra Comune.

LE REAZIONI

“Le dimissioni di Antonio Gristina da presidente dell’Amat arrivano in un momento particolarmente delicato per l’azienda: a Gristina non possiamo dire che il nostro grazie per il lavoro svolto. Viste le note difficoltà in cui versa la società, però, confidiamo che il sindaco Orlando sappia scegliere una figura di rilievo per la presidenza, preparata e competente. In un frangente come questo, Palermo non può permettersi errori”. Lo dice Paolo Caracausi (Idv), presidente della commissione Aziende del consiglio comunale di Palermo.

“Occorre fare chiarezza sui vertici cda delle aziende partecipate del Comune di Palermo. Le dimissioni del presidente Amat devono far riflettere e fungere da sprone per aprire un dibattito sulle controllate e sui contratti di servizio”. Così Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione a Palazzo delle Aquile. “Ci auguriamo – dice Ferrandelli – che le sue dimissioni siano avvenute in polemica con la delibera del sindaco che chiedeva lo stralcio dei 29 milioni di euro e la chiusura a riccio del Comune e non sia invece una mossa per sostituirlo con qualcuno più accondiscendente. Così come già successo per Rap – precisa – ci spiace ancora una volta notare che l’amministrazione risulta essere sempre più asservita alle logiche di partito. Il sindaco non è più garante di un patto civico, bensì di un ‘patto cinico’ di spartizione di poltrone, senza tener conto dei profili manageriali pur di appagare gli appetiti politici. Noi crediamo che la politica non sia una mera spartizione di poltrone, nel peggior stile Cencelli, ed è per questo che chiediamo che in aula si apra finalmente un confronto chiaro sul futuro delle aziende partecipate. Non possiamo perdere altro tempo – conclude – altrimenti il destino di aziende e Comune è già segnato”.

“Certamente le dimissioni del Presidente dell’Amat Antonio Cristina, avvenute in un momento critico per la Società che gestisce i trasporti a Palermo, deve fare riflettere, soprattutto perché perché ha svolto un buon lavoro – dice Sandro Terrani del Mov139 – ultimamente si era creata una spaccatura tra i vertici societari e l’Amministrazione per il problema dei disallineamenti. Sono sicuro che il Sindaco Leoluca Orlando nominerà a capo della partecipata una figura di spessore, ma soprattutto di alte capacità manageriali e competente in materia di trasporto pubblico di massa, di questo ha bisogno la societa’, non di altro. Non possiamo permetterci di sbagliare, ne varrebbe del futuro della società e dei lavoratori”.


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