Dopo i recenti tentativi andati a vuoto di riunire il Consiglio Comunale, si è finalmente svolta la seduta, che tanto ha infuocato il dibattito di questi giorni. È stata ascoltata la relazione dei commissari dell’Amia, che chiedono un adeguamento del contratto di servizio pari a circa 19 milioni di euro.
L’impressione era stata quella di un tentativo di rimandare la questione il più possibile, così da allontanare la richiesta. La situazione della azienda commissariata, in gravissimo dissesto economico fino allo scorso anno, sembra avviarsi lentamente verso un risanamento del bilancio, che consentirà la riconsegna dell’azienda al suo unico socio, il Comune di Palermo.
Tutto ciò è stato avviato anche attraverso manovre volte a ridimensionare gli sprechi della precedente amministrazione. Sono di fatto stati ridotti i costi straordinari di lavoro, ripristinata la manutenzione delle macchine ed intrapreso un lavoro di recupero dei crediti.
Numerose sono state le critiche mosse alla gestione passata, ma non sono mancati anche giudizi critici su alcune scelte ambigue del Consiglio. Le penali, applicate all’Amia solo a partire dal 2010, anno del commissariamento, ne sono un esempio. A causa di queste ultime sono state bloccate molte delle entrate previste.
Più volte al centro del dibattito è stata posta anche la questione dell’acquisto dei trenta auto compattatori, un’altra delle scelte poco apprezzate dai commissari. Sarebbero, infatti, stati acquistati dal Comune, anziché dall’Amia stessa, facendo in questo modo aumentare il prezzo di ben 2 milioni di euro. Inoltre, a causa di questa decisione, l’Amia si trova oggi a pagare al Comune di Palermo anche un canone d’uso dei mezzi acquistati.
Dure critiche sono state mosse alla gestione Cammarata, che, a detta di molti, sarebbe la causa del commissariamento dell’Amia. Il consigliere Mimmo Russo ha affermato che gli adeguamenti che oggi i commissari richiedono servono anche ad adeguare gli stipendi di tutti quei lavoratori assunti o stabilizzati per scopi elettorali nel 2007.
È stato più volte accostato il fallimento dell’azienda a quello dell’intera amministrazione comunale. Il commissariamento altro non sarebbe se non un inutile prolungamento della lenta agonia che il governo comunale sta vivendo. Ciò ha suscitato in modo insistente tra le fila dell’opposizione il ritorno della richiesta delle dimissioni del sindaco Cammarata, fallimentare nella gestione della questione Amia e Gesip e del quale si è più volte messa in evidenza l’eloquente assenza nei dibattiti in questione.