CATANIA – “L’azienda, se si guarda il rapporto crediti/debiti, è in sostanziale pareggio”. Il presidente di Amt, Carlo Lungaro, spiega numeri alla mano come l’ipotesi di fallimento paventata negli ultimi tempi da sindacati, lavoratori e forze politiche, sia basata su numeri inesatti. “I dati inesatti alimentano le congetture più strane – afferma – come lo spettro del “fallimento. Per questo – aggiunge – vorrei stabilire come stanno le cose realmente”. E lo fa portando i dati dell’azienda al 31/12/2016 che, secondo il presidente, vanterebbe maggiori crediti di quelli riportati sugli organi di stampa: 28.8 milioni è il credito maturato nei confronti della Regione, 31.2 milioni nei confronti del Comune, 0.7 milioni nei confronti di enti terzi e 2.8 nei confronti dello Stato, per un totale di 63.2 milioni di euro.
Anche i debiti, di cui ha scritto ieri LivesiciliaCatania, al 31 dicembre 2016 sarebbero maggiori rispetto ai 56 milioni, e ammonterebbero a 63.2 milioni di euro così ripartiti: 1.7 milioni verso le banche, 20.9 verso i fornitori, 35.8 verso enti diversi, 4.8 altri debiti. Una situazione che cambia allo stato attuale. “Attualmente – afferma Lungaro – la situazione debitoria è pari a 58.7 milioni di euro, e quella creditoria a 65.6 milioni. L’azienda, economicamente – sottolinea ancora – è in sostanziale pareggio e il continuo riferimento al paventato fallimento è una bufala mediatica”.
Lungaro ha poi confermato come, a breve, ci potrà essere la possibilità di rientrare di parte dei crediti vantati: con la Regione, “è in corso una transazione – dice – che vale 9 milioni”, e con Palazzo degli Elefanti, “con cui si procederà con la rateizzazione”. Per quanto riguarda i crediti vantati nei confronti dello Stato, evidenzia come facciano riferimento a “oneri di malattia e voci simili che vengono corrisposti con molto ritardo. Questi sono i dati attuali – tuona Lungaro – e da questi partiamo per il risanamento”.
A breve sarà completato il “libro bianco” dell’Amt, anticipa il presidente, che fotografa la status dell’azienda. “Abbiamo individuato alcuni punti critici – conclude – e da qui partiremo per avviare il grande lavoro per affrontarli e risolverli”.