Amt, ritardo negli stipendi |Dipendenti di nuovo in sit in - Live Sicilia

Amt, ritardo negli stipendi |Dipendenti di nuovo in sit in

Non hanno percepito il mese di aprile. "Mentre i consiglieri comunali - lamentano i sindacati - si".

CATANIA – Non si arrendono i dipendenti Amt. Non hanno intenzione di abbassare la voce sulla grave situazione dell’azienda di trasporto per la quale i sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione da mesi. Stamattina, i rappresentanti della Fast – Confsal hanno organizzato un nuovo Sit in di fronte la sede dell’azienda metropolitana di trasporto, per denunciare ancora una volta le difficoltà dei dipendenti, tra cui i ritardi nel pagamento degli stipendi.

Ma anche l’assenza, a loro dire, di programmazione per il rilancio della partecipata che starebbe rischiando il tracollo. Lo scrivono gli stessi rappresentanti sindacali in una nota. “Mentre i dipendenti dell’ AMT/S.p.A. di Catania devono ancora incassare lo stipendio di Aprile, a scapito della serenità delle proprie famiglie, i Consiglieri Comunali, hanno già giustamente percepito le dovute spettanze, per la loro importante attività istituzionale svolta nel territorio, nel superiore interesse pubblico – si legge. Nel frattempo, abbiamo anche avuto la possibilità di leggere il “Patto per Catania” sottoscritto fra il presidente Renzi e il primo cittadino, dove nessuna traccia vi è a favore e a sostegno della Partecipata. Praticamente – prosegue la nota – ancora una volta, abbiamo avuto modo di registrare il totale disinteresse delle Istituzioni nei confronti di una Azienda che per responsabilità e miopia politica, pregressa e presente, ormai, si è venuta a ritrovare in una condizione di prefallimento”.

I sindacati, che da mesi ormai rappresentano una situazione grave anche per il servizio pubblico offerto dall’Amt, con autobus ridotti e tempi di attesa triplicati, evidenziano come sia o spirito di servizio di molti dei lavoratori a permettere ai mezzi pubblici di circolare e come occorra un piano strategico che coinvolga le istituzioni, Comune e Regione in primis – in particolare per fare in modo di diminuire l’ingente debirto che entrambi gli enti hanno nei confronti dell’ex municipalizzata, per fare uscire l’azienda dalla profonda crisi.

 


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