PALERMO – Antonello Armetta è stato eletto presidente dell’ordine degli avvocati di Palermo. La nomina di Armetta, già segretario dell’ordine palermitano, fa seguito alle dimissioni del presidente Giovanni Immordino. Nel corso della seduta, l’avvocato Giovanni Immordino ha ringraziato il consiglio dell’ordine di Palermo per il lavoro svolto durante la sua presidenza. L’avvocato Dario Greco è stato eletto nuovo Segretario. Il consiglio ha altresì disposto l’integrazione dell’avvocato Rosario Calì quale nuovo consigliere dell’ordine.
“Sono onorato dell’incarico che il consiglio dell’ordine di Palermo ha deciso di conferirmi, consapevole delle difficoltà delle sfide che ci attendono- ha detto Armetta – L’attenzione alle fasce più deboli dell’avvocatura, l’incentivazione dei servizi che il consiglio deve mettere a disposizione dei colleghi, la predisposizione di interventi in favore delle mamme avvocato saranno alcuni dei capisaldi cui, insieme al consiglio, intendo dedicare l’attenzione della nostra Istituzione. Ringrazio il presidente Immordino per tutto quanto fatto in favore del consiglio e dell’avvocatura, nella consapevolezza che abbiamo innanzi a noi sfide di decisiva importanza per il futuro dei nostri colleghi”.
Sull’elezione c’è una nota dei consiglieri di minoranza, gli avvocati Mario Bellavista, Michele Calantropo, Luca Librizzi Ivana Mazzola, Valeria Minà, Daniele Solli, Luciano Termini. Ed è una nota dai toni duri: “Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo nel corso di questi anni è stato oggetto di continui mutamenti nella sua composizione, dapprima in seguito alle progressive dimissioni dei consiglieri ineleggibili e, da ultimo, a seguito delle dimissioni del Presidente Avv. Giovanni Immordino.
Di fronte a tali accadimenti dobbiamo rilevare come l’azione politica di quella che si proclama ‘maggioranza’ si è contraddistinta per la mutabilità dei criteri con i quali attribuire i ruoli direttivi del nostro prestigioso Consiglio.
I criteri adottati nella nomina delle cariche dell’Ufficio di Presidenza si sono basati su una sorta di ius hereditario saldato col un pedissequo ‘diritto al comando’. Questa maggioranza, che con tutta probabilità non è riuscita a staccarsi da una direzione esterna, continua a manifestare livelli di antidemocraticità intollerabili. E fa specie che da più parti si proponga un futuro democraticamente unito quando si impone un presente volontariamente diviso.
I sottoscritti consiglieri hanno lavorato sin dall’inizio per il bene dell’Avvocatura Palermitana e la nostra azione all’interno e fuori dal Consiglio è sempre stata coerente. Anche oggi la nostra coerenza rimane tale.
Non abbiamo indicato alcun candidato frutto di compromessi politici, non indicheremo alcun candidato nemmeno in futuro che non sia frutto di volontà condivisa da tutto il COA. Non faremo giochi di numeri, poltrone o altro anche se noi rappresentiamo un numero significativo all’interno del Consiglio. Oggi ci siamo astenuti da ogni votazione in merito alla composizione del nuovo organo direttivo, continuando a dare, coerentemente con quanto finora avvenuto, il nostro contributo alla Istituzione COA che, per noi, rappresenta tutti i Colleghi, a prescindere dal loro colore associativo o dalla loro genesi, nel nome del vero rinnovamento dell’Avvocatura”.