Esiste il coraggio degli avvocati? Sì, come esiste il coraggio dei professori, dei metalmeccanici, dei netturbini e di chiunque esca, la mattina, da casa con l’idea di fare bene il proprio lavoro, nonostante tutto.
Gery Tortorici, avvocato, scomparso appena qualche giorno fa, quel coraggio lo possedeva. Racconta un altro avvocato, Antonello Armetta, presidente dell’Ordine a Palermo: “Non diceva niente dei suoi problemi di salute. Fino a venti giorni fa mi ha chiamato per avere informazioni sugli eventi formativi, sulle nostre iniziative. Gery, fino alla fine, ha onorato la professione”.
Tante sono le testimonianze che chiedono appena il velo della discrezione, nel cordoglio. Tanti raccontano, tratteggiando la forza di un uomo indomito che ha continuato a seguire la missione che amava, pur nella difficoltà della sua battaglia. Una persona generosa che sosteneva i più poveri, senza contropartita.
L’evento tragico che ha colpito uno, nel cordoglio di tutti, permette di allargare la visuale sul coraggio degli avvocati, talvolta non sempre riconosciuti nella funzione essenziale che rivestono. Una categoria che va avanti, con abnegazione, a dispetto dei molti problemi, anche economici, connessi al loro lavoro. I protagonisti di un ruolo fondamentale, sottolineato, tra gli altri, dall’ex presidente del Tribunale di Palermo, Antonio Balsamo e dal suo successore, il nuovo presidente, Piergiorgio Morosini. Passaggi molto importanti che rendono giustizia a un mondo complesso, grazie alle parole di due magistrati noti per la preparazione professionale e la sensibilità umana.
“Nonostante le sofferenze – dice Michele Di Pasquale, avvocato – Gery era determinato a svolgere la professione. L’ho incontrato in tribunale, poco prima che morisse. Aveva gli occhi profondi e il sorriso di sempre”. Soffrire, andare avanti e sorridere. Salire e scendere le scale del Palazzo consacrato alla Giustizia in cui hai sempre creduto. Ecco il cuore di Gery Tortorici, un avvocato. (rp)
