Arnone torna a far polemica|contro i "Bassolini di Sicilia" - Live Sicilia

Arnone torna a far polemica|contro i “Bassolini di Sicilia”

(R.I.) Non solo dibattiti, elezioni e riflessioni politiche: l’Assemblea regionale dei democratici è stata anche l’occasione per una nuova polemica fra Giuseppe Arnone, consigliere comunale del Pd ad Agrigento, e alcuni esponenti di spicco del partito fra cui Anna Finocchiaro, Vladimiro Crisafulli, Nicola Latorre, Tonino Russo, Angelo Capodicasa, Giovanni Burtone, Enzo Bianco e Giacomo Di Benedetto.

All’ingresso del San Paolo Palace, infatti, Arnone ha fatto distribuire in centinaia di copie un documento a sostegno del governo Lombardo ma contenente anche un pesante attacco ai “Bassolini di Sicilia”, come si legge nel volantino, accusati di non volere il rinnovamento del partito. “Il loro obiettivo – scrive Arnone – è di garantire la propria sopravvivenza politica a spese della democrazia siciliana e della qualità della vita pubblica, per garantirsi la settima, ottava o nona legislatura hanno bisogno di tesseramenti fasulli, organismi fittizi e persino di accordi elettorali (come quello di Capodicasa a Canicattì) con i fascisti di Storace”.

Un attacco in piena regola che non ha fatto certo piacere ai diretti interessati, specie a Crisafulli che così ha commentato: «Non capisco perché permettano a gente non iscritta al Pd di distribuire queste cose, vorrei che il segretario me lo spiegasse. Ogni volta che vengo convocato c’è un volantino che denigra i dirigenti del partito, mi auguro non succeda più».

E se Giuseppe Lupo preferisce non commentare sottolineando però che l’Assemblea è aperta a tutti, Arnone ha prontamente replicato: «Non ho potuto rinnovare per il 2011 la tessera perché nella mia sezione non hanno ancora avviato il tesseramento, basti pensare che nel 2010 è partito a ottobre e sono dovuto andare a Lampedusa per tesserarmi. Bisogna aprire una discussione seria su chi lavora scientificamente contro il Pd. Ho sempre giudicato l’esperienza del governo Lombardo la più interessante mai fatta in Sicilia, che ha ottenuto grandi risultati: dalla riforma elettorale, che mi consentirà di candidarmi a sindaco della mia città anche senza liste, all’accantonamento del piano-rifiuti di Cuffaro».

E sul referendum aggiunge: «Non sono contrario, ma a condizione che se ne aggiunga un altro: chiediamo ai siciliani se vogliono impedire a chiunque di accumulare più di vent’anni di mandato parlamentare, fra Ars e Parlamento nazionale. La verità è che a Crisafulli sono saltati i nervi perché chiedo conto e ragione a lui e a coloro che sinora lo hanno coperto, tra i quali spicca Anna Finocchiaro, delle frasi relative ad appalti truccati e ai favori agli imprenditori Gulino, pronunziate da Crisafulli con il capomafia Raffaele Bevilacqua e registrate dalla Polizia».

E nel documento non mancano attacchi anche agli altri esponenti del partito, accusati di aver chiesto il referendum già all’insediamento del Lombardo quater, che a detta di Arnone rappresenta le energie più vive e credibili del centrosinistra siciliano. Un’arringa che tocca anche le vicenda giudiziarie di Lombardo e di Giuseppe Gennaro, componente del Csm indicato come punto di contatto fra il Pd e la Procura di Catania. Gennaro, che secondo Arnone avrebbe stretti rapporti con Anna Finocchiaro, avrebbe acquistato –si legge nel documento – una villa a San Giovanni La Punta nell’ambito di una lottizzazione realizzata dal clan Laudani, così come avrebbe fatto uno stretto congiunto della capogruppo del Pd al Senato. Accuse pesanti, che lasciano intravedere una nuova polemica tutta interna ai democratici.


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