CATANIA – Corruzione all’ispettorato del lavoro, entro lunedì si pronuncerà il tribunale del Riesame. Marco Forzese, ex deputato regionale detenuto ai domiciliari, Domenico Amich, direttore dell’ispettorato del lavoro, attualmente detenuto in carcere, e Nino Nicotra, ex consigliere comunale di Forza Italia, hanno chiesto la revoca della misura cautelare. A eseguire le indagini è stata la Guardia di Finanza sotto il coordinamento dei magistrati Fabio Regolo e Sebastiano Ardita. Un’inchiesta che il procuratore Capo Carmelo Zuccaro ha seguito passo dopo passo. Entro pochi giorni sarà possibile conoscere la pronuncia del tribunale, che non è affatto scontata, perché la misura inflitta ad Amich si è aggravata e perché Forzese ha scelto di non rispondere.
L’EX DEPUTATO – Il noto politico catanese, sabato scorso davanti alla Gip Giuliana Sammartino, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo difensore, l’avvocato Mario Brancato, ha depositato il ricorso al Tribunale del Riesame. Aveva scelto il silenzio anche il direttore dell’Ispettorato del Lavoro Domenico Amich, assistito dall’avvocato Salvo Trombetta. Ha invece risposto ad ogni contestazione l’ex consigliere comunale di Forza Italia Antonio Nicotra, difeso dall’avvocato Tommaso Tamburino. L’indagato finito ai domiciliari ha spiegato che ogni atto fatto aveva l’obiettivo di ottenere ciò che per legge era dovuto all’impresa. E in cambio non avrebbe mai offerto nulla. Anche per Nicotra il difensore ha predisposto il ricorso al Tribunale della Libertà.
CARCERE – All’improvviso, dopo la misura degli arresti domiciliari, Domenico Tito Amich è entrato nel carcere di Piazza Lanza: lo ha deciso la Gip Giuliana Sammartino, accogliendo la richiesta di aggravamento della misura da parte del pm. Amich avrebbe comunicato – mentre era ai domiciliari – con una persona diversa dal proprio legale.
INDAGINE – Gli uomini della Guardia di Finanza catanese hanno filmato incontri che scottano e registrato conversazioni che non lascerebbero spazio a dubbi, documentando la sparizione di con fascicoli che poi, durante le perquisizioni, magicamente venivano ritrovati. Fascicoli con pesanti sanzioni a carico di imprenditori “amici”, che “votavano”, per il centrosinistra alle regionali.
IL FAVORE – Gli inquirenti hanno documentato favori e mazzette all’ispettorato del Lavoro. Amich e Forzese sono indagati per la sparizione del fascicolo del procedimento amministrativo a carico dell’imprenditore Calderaro, destinatario di una sanzione di 6mila euro. Calderaro viene definito da Forzese “grande elettore” e per sona di fiducia, in grado di “garantirgli” un cospicuo “pacchetto di voti”. Amici degli amici, gli inquirenti sottolineano i rapporti tra Amich e Forzese, pronto a favorire il dirigente dell’ispettorato, con incarichi alla Regione, come la nomina a membro della commissione degli esami di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di consulente del lavoro. Una mano lava l’altra. Amich, in cambio, sarebbe stato disposto “ad agevolare illecitamente”, scrivono gli inquirenti, “gli imprenditori amici di Forzese nella definizione dei procedimenti amministrativi in materia di lavoro”.
IL FASCICOLO SPARITO – Facendo sparire il fascicolo, la sanzione non sarebbe mai arrivata a Riscossione Sicilia. Forzese ha rapporti stretti con l’imprenditore Calderaro di Castel di Judica, dove ha ottenuto 105 voti nel 2012, ma quando nel 2017 Forzese scende in campo con Alternativa popolare, centristi per Micari, il giorno del voto, è proprio Calderaro a rassicurarlo. “Come va lì?”, chiede Forzese, e Calderaro risponde: “Per il momento poca affluenza, sono qua”. Gli investigatori, ascoltando l’audio, notano che si tratta della stessa persona che un mese prima si sarebbe “appropriato” del fascicolo nell’ufficio di Amich. A Castel di Judica Forzese è il più votato nel 2017, triplicando i suoi consensi e toccando 264 preferenze personali.
Pochi giorni dopo, Forzese invita Calderaro a un incontro riservato con Pierferdinando Casini: “Vedi che – dice Forzese – molto riservatamente, domani c’è una cena con Casini e saremo una ventina di persone, non più di tanto, se tu puoi ti organizzi e glielo dico solamente all’amico”. L’ex deputato regionale punta sul possibile incontro con Antonio Sindone, presidente del consiglio comunale di Castel di Judica.
L’ATTESA – Adesso si attende la decisione del Riesame che arriverà entro pochi giorni.