Un avvocato 'inguaia' De Luca | "Mi nominò, poi l'ho denunciato" - Live Sicilia

Un avvocato ‘inguaia’ De Luca | “Mi nominò, poi l’ho denunciato”

Cateno De Luca

L'onorevole lo aveva scelto quando iniziarono i controlli dei finanzieri. Accadde, però, qualcosa.

PALERMO – Lo avevano chiamato come difensore, ma il legale li ha denunciati. A mettere nei guai Cateno De Luca e gli altri indagati è stato l’avvocato di Barcellona Pozzo di Gotto, Giovanni Cicala.

Quando, nel 2014, al Caf Fenapi di Fiumedinisi arrivarono i finanzieri per l’accertamento fiscale Cateno De Luca convocò una riunione a casa sua. C’erano il neo onorevole, l’avvocato, Carmelo Satta e gli altri indagati. De Luca spiegò al legale che era stato lui ad aprire il Caf dopo avere costituito la Fenapi (Federazione piccoli imprenditori), di cui era direttore generale. L’incontro serviva per mettere a punto la strategia difensiva.

Tornarono a discuterne pochi mesi dopo nello studio di De Luca a Messina. Cicala aveva studiato la documentazione. C’erano delle criticità, soprattutto nelle fatture che giustificavano i costi e nelle spese del personale. Non restava altro da fare, così suggeriva l’avvocato, che chiedere alla finanza un controllo incrociato dei bilanci del Caf, di quelli della Fenapi e delle imprese che avevano emesso le fatture. Senza saperlo, il legale stava suggerendo una mossa suicida.

Qualche settimana dopo Cicala decise di rinunciare al mandato e denunciò le irregolarità. Raccontò infatti che “De Luca mi faceva presente che il suo problema era proprio quello di evitare che potessero risalire a lui nella gestione del Caf Fenapi. Qualunque dichiarazione o documento che doveva essere presentato alla guardia di finanza doveva prima passare al vaglio di De Luca, non tanto perché laureato in Giurisprudenza ma perché il Caf è una sua creatura che dà lavoro a un sacco di persone e che è come una sua famiglia di cui lui è il pater familias che gestisce con il buon senso”.

Fu un episodio in particolare che mise in guardia l’avvocato Cicala.  Nel febbraio 2014 aveva fatto presente a De Luca che mancava l’atto con cui Fenapi e Caf Penati determinavano il costo del personale in prestito dalla federazione nazionale all’articolazione messinese. “Forse c’è caro avvocato”, gli disse De Luca. A quel punto “uscì dalla sua stanza e subito dopo tornò con un foglio che fece firmare a Satta. Quando eravamo in macchina al ritorno da Fiumedinisi verso Messina, De Luca mi chiese del perché di quel mio irrigidimento. Gli feci presente che vi sono delle regole e che a margine vi era anche un errore sulla data e mancava il protocollo. Lui mi rispose che il protocollo non era un problema. Lo stoppai e gli dissi che era libero di fare quello che voleva ma io sul punto non volevo sapere niente”. Da lì a poco Cicala avrebbe denunciato tutto e tutti.


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