Ars, voto segreto: stop alla riforma dei Consorzi bonifica

Ars, voto segreto: stop alla riforma dei Consorzi bonifica

De Luca (M5s): "Altro fallimento del governo Schifani"
PALAZZO DEI NORMANNI
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6 min di lettura

PALERMO – Dopo l’approvazione dei primi due articoli del ddl di riforma dei Consorzi di bonifica, a Sala d’Ercole con voto segreto è stato bocciato l’articolo 3. Il presidente Gaetano Galvagno ha sospeso la seduta e ha convocato la conferenza dei capigruppo. Al termine la seduta è stata rinviata a domani alle ore 15. 

L’articolo del ddl disciplinava la liquidazione degli attuali 13 Consorzi che, nella riforma voluta dall’assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo, si sarebbero dovuti ridurre a quattro. Con la bocciatura di questi articolo, di fatto la riforma è stata azzoppata.

All’inizio della seduta di oggi i deputati di opposizione avevano chiesto di “spostare” gli emendamenti di copertura finanziaria per il personale dal ddl di riforma dei Consorzi a quello di variazioni di bilancio, ma l’assessore Barbagallo ha insistito per mantenere la norma sul personale all’interno della riforma.   Intanto la riforma finisce nel cassetto domani infatti all’ordine dell’Ars sono previsti altri due ddl.

De Luca (M5S): “Ennesimo fallimento del governo Schifani”

“La bocciatura di oggi della legge sui consorzi di bonifica è l’ennesimo fallimento del governo Schifani e della sua inesistente maggioranza, liquefattasi ancora una volta col voto segreto chiesto dalle opposizioni. Sarebbe stato vergognoso avallare una legge regionale che di fatto avrebbe frodato i creditori, i quali si sarebbero trovati a reclamare compensi per beni e servizi forniti per anni a soggetti completamente svuotati di ogni risorsa”. Lo afferma il capogruppo del M5s all’Ars, Antonio De Luca.

“E ora – continua – non si cerchi di imputare alle opposizioni il fallimento di una legge partorita nel peggiore dei modi dopo decenni di attesa. Non si può ricattare il Parlamento sulla pelle dei lavoratori. E soprattutto, non si cerchi di far scontare a questi le enormi colpe dell’esecutivo, negandogli quella stabilizzazione che questa legge non avrebbe certamente permesso, ma che può invece essere sempre realizzata con le risorse della prossima variazione di bilancio. Per l’occasione presenteremo un emendamento che stanzi i fondi a questo scopo“.

Lega: “Alcuni colleghi contrari alle innovazioni”

“È del tutto evidente che la riforma dei consorzi di bonifica si è arenata anche perché alcuni colleghi della maggioranza mostrano contrarietà alle innovazioni. Ma vale la pena ricordare che la riforma avrebbe garantito stabilità del personale, efficienza dei servizi e riduzione di costi a carico degli agricoltori”, a dichiararlo sono i deputati della Lega.

“Non è azzardato pensare che all’interno dei gruppi parlamentari di maggioranza qualcuno non abbia chiaro il programma del governo Schifani. Per questo siamo certi che il presidente della Regione troverà il modo per riunire le forze politiche per esaminare quanto è successo, che non può essere sottovalutato. Sarà anche utile tracciare la rotta per i prossimi mesi di lavoro e appurare che se c’è qualcuno che è contrario alle riforme strutturali è bene che lo manifesti in maniera chiara, assumendosi le conseguenze della scelta”, concludono i deputati.

Figuccia (Lega): “Subito un vertice di maggioranza”

“Bisogna essere onesti e fotografare che c’è uno strappo politico vero e proprio, portato avanti da franchi tiratori privi di senso di responsabilità. Si è venuto a creare un clima difficile e se qualcuno vuole uscire dalla maggioranza e farsi protagonista di schemi diversi lo dica adesso”. Così Vincenzo Figuccia, deputato questore della Lega all’Ars, dopo la bocciatura del disegno di legge sui consorzi di bonifica a Sala d’Ercole.

“Serve fare chiarezza con un vertice di maggioranza, abbandonando ogni ipocrisia – prosegue -. La Lega non è disposta a tirare a campare, chiediamo lealtà nei confronti del presidente Schifani e quindi dei siciliani”.

Cgil, Cisl e Uil: “Vergognoso affossare la riforma”

“Quello che è accaduto oggi a sala d’Ercole con la riforma dei consorzi di bonifica è vergognoso. Il governo e la maggioranza hanno mostrato il loro vero volto, affossando una riforma annunciata da tempo, al centro di trattative e impegno con i sindacati. L’intero Parlamento ha mostrato insensibilità per una riforma importante per il territorio, per l’agricoltura, per i lavoratori”. Lo affermano i segretari di Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil Tonino Russo, Adolfo Scotti ed Enzo Savarino, che si trovano ancora davanti all’Ars in presidio assieme ai lavoratori, dopo che l’Aula ha bocciato un articolo fondamentale della riforma producendo uno stop all’iter.

“Promesse e impegni ancora una volta traditi – aggiungono -, da un Parlamento che non si adopera per migliorare la situazione del territorio e dell’agricoltura in periodo di crisi idrica, né tantomeno per dare garanzie e certezze ai lavoratori. La nostra protesta continuerà”.

 Per il segretario generale della Cgil siciliana, Aflio Mannino, “siamo in presenza di una maggioranza di governo compatta quando c’è da distribuire prebende, mancette e curare le clientele, ma che va in frantumi quando si tratta di varare la prima riforma organica di settore, oppure quando c’è a mettere in campo un atto di programmazione. E’ una maggioranza non in grado di dare risposte: o trovano dunque le ragioni per darle queste risposte o ne traggano le conseguenze”.

Mannino sottolinea che il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, “nonostante ciò che sta emergendo dalle inchieste continua a presiedere la seduta e getta discredito sulle istituzioni. Vediamo in questi giorni che la riforma della rete ospedaliera è criticata anche da pezzi della maggioranza, che fa anche cadere al primo voto una riforma importante come quella dei Consorzi”.

“Non siano ora i lavoratori – sottolinea il segretario della Cgil – a pagare l’irresponsabilità del governo e della sua maggioranza: si spostino quindi gli emendamenti di copertura finanziaria per il personale dalla riforma dei Consorzi alle variazioni di bilancio”.

Le citazioni

Prima citazione plausibile. Fantozzi, il finale della partita di biliardo, quando il ragionier Ugo vince contro il ferocissimo superiore. E capisce che, per questo, è perduto. Allora che fa? Grida: “Prendo la vecchia!” e si lancia in un disperato tentativo di fuga.

Seconda citazione: “Sedotta e abbandonata”. Don Vincenzo Ascalone (l’inarrivabile Saro Urzì) porta un campione di urine al laboratorio di analisi. L’addetto gli spiega che ci vorrà un paio di giorni. “Senta – ribatte don Vincenzo -, io sono il cugino dell’avvocato che cura gli interessi dell’onorevole…”. E le analisi furono pronte in due ore.

Dice: ma che ci azzeccano le citazioni nel resoconto degli ultimi accadimenti all’Ars, lì dove è stata impallinata la riforma dei Consorzi di bonifica? Una pepata suggestione che, forse, può spiegare pure le (legittime, per carità) difficoltà di questi giorni.

Perché la tensione in salita si può verosimilmente ricondurre ai dissidi intorno alla nuova rete ospedaliera e, specialmente, allo sfondo delle variazioni di bilancio. La manovrina chiusa alle cosiddette ‘mance’, cioè ai contributi stornati nei territori da questo o da quel deputato, ha creato più di un malumore.

E’ la politica e non c’è niente di nuovo. La distribuzione di gocce d’acqua nell’arsura delle zone di riferimento rappresenta un antico e sempreverde modo di foraggiare il consenso, a prescindere.

Tuttavia, ha ricordato l’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino: “Le misure a carattere territoriale vanno ricondotte agli impegni in termini imparzialità, eguaglianza e continenza, assunti dal presidente a seguito dei rilevi del Mef”. E, magari, a una visione complessiva e comune in cui prevalgano gli interessi generali, non le parcellizzazioni.

Ma la politica, in Sicilia, tende a lanciare segnali, se le bocche da sfamare non vengono accontentate. Meglio un “prendo la vecchia oggi” che un piano di sviluppo negli anni. Meglio la mancetta adesso, perfino non necessarissima, che la risorsa organizzata domani.

L’urgenza stringe tutti, oltre le ragioni e il merito della cosa. Sono spesso gli elettori a ricordare il loro status di prossimità, di immaginifica parentela, con insistenza. Gli eletti, umilmente, si adeguano. Questa è ancora la Terra dei cugini. Talvolta, davanti al “senta, ma io…”, non resta che la sommessa e sconfortata esclamazione del pretore di ‘Sedotta e abbandonata’: “Eeeeeh Ascalone…”.

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