PALERMO – Nulla di fatto a Palazzo dei Normanni. Dopo tre ore di ritardo (l’inizio della seduta d’aula era attesa per le 16.00) il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè ha comunicato che l’esame delle ultime norme sulla finanziaria è rinviato. “È già stato fatto un buon lavoro, gli uffici stanno verificando gli emendamenti, ci sono le tabelle da fare: manca ancora DiventeràBellissima”, ha raccontato il titolare di Sala d’Ercole. Da qui l’annuncio che la seduta è riconvocata per domani alle 11.00.
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Si rinvia per lavorare all’accordo e spartirsi un quanto mai ipotetico ‘tesoretto’ sulla finanziaria dalle norme congelate. La trattativa è sugli articoli per i territori: le riserve per singoli Comuni a svantaggio della totalità degli Enti locali. E poi c’è la decisione sulle risorse da sbloccare. Dopo il via libera alle entrate per 280 milioni di euro, infatti, occorre scongelare dalla tabella delle spese congelate spese alcune delle uscite per singole categorie.
A mancare è inoltre l’accordo sugli emendamenti aggiuntivi. Gli emendamenti con cui ogni gruppo parlamentare dimostrerà di avere fatto il suo per settori e per il proprio elettorato.
Lo schema non include almeno indicativamente l’opposizione. Mentre gli esponenti che appoggiano il governo Musumeci barattano c’è chi incrocia le braccia. Domani poi si passerà al voto e lì si deciderà passo dopo passo. L’obiettivo è quindi, anzitutto, riconciliare il centrodestra, almeno al momento, attorno al tavolo della discussione della finanziaria per consentire che ci siano i voti per il via libera al documento finanziario. Con il fronte del centrodestra compatto, infatti, si elimina il rischio di andare sotto a causa del voto segreto che ha bersagliato e colpito alcuni articoli della manovra.
E mentre tutto viene aggiornato per continuare a discutere fuori dall’aula, gioiscono gli appassionati di calcio. “Non è necessario quindi fare notte, così io (juventino) e l’onorevole Cracolici (interista) siamo felici. Ci vediamo domani “, ha ironizzato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè prima di aggiornare la seduta.