In provincia di Enna, a Centuripe, archeologia e artigianato si fondono e creano un mirabile esempio di come la sapienza produttiva viva nei secoli. È la tradizione del vaso centuripino, che dall’età greco romana a oggi continua a vivere nel centro che fu città amata dall’imperatore Augusto. Presentata così, l’arte della ceramica e della terracotta centuripina sembra essersi tramandata dagli antichi ai tempi moderni senza soluzione di continuità; pur non essendo propriamente così, qualcosa di vero c’è.
La ricchezza ellenica
Per conoscere l’intera storia occorre partire da qualche millennio fa. “Centuripe sorge su un promontorio di pietra arenaria formatosi dopo il ritiro delle acque – spiega il sindaco Salvatore La Spina – e ha una zona ricca di creta. L’abbondante presenza di argilla lavorabile ha favorito l’origine della produzione manufatti in terracotta. La città nasce prima della colonizzazione ellenistica con un insediamento autoctono attestato fin dall’età del bronzo – racconta il primo cittadino -. Con l’arrivo dei coloni greci, c’è stato uno scambio tra l’antica Centuripe e le colonie della costa che sicuramente avrà avuto un’influenza. La cultura ellenistica però non ha sovrastato l’artigianato locale, perché le testimonianze ci dicono che questa mescolanza l’ha arricchito di elementi sfociando in una produzione unica nel Mediterraneo che vede la massima espressione nel primo secolo avanti Cristo. In questo periodo nasce il vaso centuripino”.
Cosa rende speciale la ceramica di Centuripe
Il vaso di Centuripe del primo secolo è presente nei musei di tutto il mondo e si distingue, come spiega La Spina, per tre caratteristiche. La prima è la grandezza, che in questi manufatti è superiore alla media. Poi c’è la decorazione policroma e non più in bicromia (nero su fondo rosso o rosso su fondo nero): per la prima volta nel vasellame compaiono figure colorate di celeste, rosa, giallo o rosso, colori che mai si erano riscontrati in vasi di età precedente. Terza caratteristica, infine, sono le decorazioni con rilievi e incrostazioni a tema naturalistico. Il vaso non è liscio: presenta dei fregi, delle pandette, degli animali, tutti applicati sulla terracotta e colorati a loro volta, anche con oro. “Il vaso centuripino probabilmente rispettava la policromia dei templi greci”, nota il sindaco.
“Tombaroli”, falsari e maestri
Ma in che modo tutto questo è connesso con l’artigianato? È sempre il primo cittadino a spiegarlo: “Gli artigiani nascono con lo sviluppo dell’archeologia nel territorio. Con l’archeologia, a Centuripe, nell’Ottocento si sviluppano attività di scavo illegale, a opera dei cosiddetti tombaroli, e poi le attività dei falsari. Questi erano capaci, attraverso procedure rimaste sconosciute, ad anticare i pezzi che realizzavano come se fossero opere estratte da uno scavo. Riuscivano così a ingannare addirittura gli archeologi, spacciando come greco romano un pezzo fatto in epoca corrente. Riuscirono così a invadere il mercato di falsi”.
Gli artigiani di oggi chiaramente non svolgono più queste attività, ma hanno ereditato le tecniche dello scorso secolo e hanno trasformato questa conoscenza in arte. Nascono così delle riproduzioni d’arte certificate sia dei vasi che delle statuette fittili, per cui Centuripe è famosa. Si deve pensare che la cittadina veniva definita la Tanagra (città greca affermata per la produzione di terracotta) di Sicilia. Oggi questa tradizione produttiva vive principalmente attraverso tre maestri d’arte: Gaetano Grifò, con il suo laboratorio Ken Art, Salvatore Stancanelli, con il suo Kentos, e Rosario Muni.
La ceramica di Centuripe nel mondo
La Ken Art di Gaetano Grifò mantiene viva l’antica tradizione artigianale centuripina, combinando nelle sue opere tradizione, arte e originalità. Oltre alla produzione di ceramica, Grifò si dedica da tempo alla riproduzione di gioielli in pasta fenicia e di monili d’epoca etrusca e romana. I suoi prodotti sono richiesti dai book shops dei maggiori musei europei.
Kentos di Salvatore Stancanelli ha voluto valorizzare una produzione artigiana altamente specializzata, intimamente connessa ai luoghi e alle storiche manifatture locali. Le sue opere sono la perfetta unione fra coraggio, fantasia e spirito d’innovazione, hanno legato il genius loci della cittadina d’origine alla produzione di ceramiche storiche. Sono quindi delle fedeli riproduzioni di esemplari antichi, oggi custoditi nei maggiori musei del mondo.
Infine c’è il maestro Rosario Muni, artista di fama internazionale, che ha esposto presso i più importanti musei del mondo le sue opere realizzate proprio a Centuripe. Secondo il maestro, ogni sua opera racchiude un’energia positiva che sprigiona abbondanza, prosperità e fertilità. Un gioiello costituito da frammenti creati dal maestro Muni racchiude un pezzo d’anima antica. Raffigurazioni di eros sono presenti in diversi capolavori associati alla fertilità e agli atti religiosi per propiziarla. In epoca ellenica, venivano prodotti per i personaggi che ricoprivano cariche importanti nella società.