CATANIA. Asili nido comunali: le preoccupazioni dei genitori. “Ci rivediamo a settembre”, una frase rituale pronunciata dopo la recita di fine anno a Giugno. “Abbiamo salutato le maestre, come ogni anno”, racconta Daniela Grillo, una delle mamme del “Comitato spontaneo genitori”, che ripercorre, ai microfoni di Live Sicilia Catania, la lunga odissea che l’ha vista protagonista. Daniela è una libera professionista, una madre lavoratrice, con due figli piccoli e l’evidente necessità di fruire di un servizio come quello degli asili nido. La routine classica dopo i saluti e la chiusura dell’anno impone un’altra consuetudine, cioè una telefonata dalla sede centrale per mettere a parte i genitori della data di inizio del nuovo ciclo scolastico.
Quest’anno però le cose sono andate diversamente. “Come ogni anno riceviamo una telefonata da via Fiorita, ma ci avvisano che c’è uno spostamento di data, non si ricomincerà il primo di settembre ma il nove”. Un primo campanello d’allarme, che lascia un po’ disorientati i genitori che pure conoscono le difficoltà in cui versano le casse comunali. “Questo ci sembrava un po’ strano”, dice Daniela, madre di un bambino di un anno e mezzo che frequenta il nido “La giostra dei Bimbi”. Alcune mamme, inoltre, si domandano se lo slittamento avrebbe comportato una perdita di denaro, tenuto conto che la retta è mensile. Il quesito viene posto in varie occasioni ai dipendenti di via Fiorita che, ovviamente danno delle rassicurazioni in merito. “La dottoressa Scalia ci ha assicurato che i soldi, relativi alla settimana in questione, sarebbero stati defalcati dalla retta, cosa che però non è ancora avvenuta”.
Poi gli asili riaprono e i campanelli d’allarme si moltiplicano. “Quando accompagno il mio bambino a scuola assisto a una cosa abbastanza strana: non c’è più la sezione lattanti, quella che mio figlio, che ha compiuto un anno ad aprile, frequentava lo scorso anno, la sua aula è vuota.” Il malumore dei genitori li porta a chiedere spiegazioni alle maestre. “Ci rispondono che non sono arrivate nuove iscrizioni”. “La scuola sembra deserta”, dice Daniela che aggiunge: “Gli iscritti sono soltanto ventuno”. Inizia così una sorta di passa parola tra i genitori ed emergono storie poco rassicuranti. “Molte mamme- prosegue Daniela- al momento dell’iscrizione si sono sentite dire, negli uffici in via Fiorita, che la scuola chiuderà”. “In pratica i dipendenti hanno rimandato indietro le mamme che volevano iscrivere i piccoli: una cosa vergognosa”, aggiunge.
Il 28 settembre, allora, nasce il comitato spontaneo dei genitori, costituito da cinque mamme e da un papà. “Se portiamo i nostri figli all’asilo, è perché siamo lavoratori, questa situazione ci crea enormi problemi”. Il timore diventa cosa concreta: il 30 novembre gli asili nido comunali chiuderanno i battenti. L’amministrazione propone un piano di recupero del servizio e iniziano a susseguirsi gli incontri istituzionali. “A fine ottobre incontriamo l’assessore Troiano per capire la situazione, ci viene detto che non c’è assolutamente disponibilità da parte dell’amministrazione a mantenere il servizio nella forma identica a quella che fino a oggi si è presentata”. “Il progetto prevede il passaggio da un sistema con sessanta diverse rette a due rette uniche: 140 euro mensili per il periodo dalle 7.30 alle 14 e di 250 per chi resta dalle 7.30 alle 18.30”, spiega Daniela. Una soluzione che serve a garantire l’ormai celebre 36 % previsto dal Piano di rientro, ma che lascia l’amaro in bocca alle famiglie. “L’idea della retta unica è una cosa vergognosa”, dice la mamma che provocatoriamente si chiede se non sia più conveniente, a queste condizioni, affidarsi a un privato. Una scelta che non tutti possono fare, come ricorda la stessa Daniela: “Ci sono persone che guadagnano 400 euro al mese, se ne devo sborsare 250 per l’asilo comunale, come faranno a pagare affitto, cibo e bollette?”. Infatti, secondo la riorganizzazione delle rate chi era esente dal pagamento passerà da zero euro a 140 al mese per mezza giornata e da 24 euro a 260 per il tempo pieno. Una delle tante anomalie della riorganizzazione che prevede un rincaro per i redditi più bassi e un risparmio per chi guadagna più di tremila euro al mese.
“In queste condizioni il mantenimento di una famiglia diventa impossibile”, dice la mamma del Comitato. E pensare che Daniela aveva maturato l’idea di iscrivere il figlio all’asilo comunale “quando ancora aveva il pancione”, forte dell’esperienza positiva che la primogenita aveva vissuto nelle strutture pubbliche. “Un servizio impeccabile: le maestre sono come delle mamme e il cibo della mensa è di prima qualità”. Insomma, la delusione è palpabile. Daniela aggiunge: “Il sindaco Bianco aveva fatto degli asili nido il suo punto di forza, durante le scorse sindacature si era battuto parecchio per le strutture comunali, ne era orgoglioso e ha reso tali noi catanesi”.
Oggi, invece, la musica è cambiata. “Ci sentiamo presi in giro, vogliamo risposte chiare”, dice Daniela che è pronta a dare battaglia soprattutto sull’aspetto contributivo, non progressivo, che si sta profilando: “Non siamo tutti uguali e non abbiamo la stessa capacità di contribuire”. Per tali ragioni il “Comitato genitori” parteciperà al sit-in di protesta organizzato da Catania Bene Comune in Piazza Duomo, in concomitanza con la seduta del consiglio comunale di oggi pomeriggio. La speranza è che si riesca a correggere il piano di recupero degli asili perché, parafrasando una nota canzone di lotta, alla maniera dei ragazzi di Catania Bene Comune: “Anche l’operaio vuole il figlio all’asilo”.