Catania. E’ un inizio di 2013 che non si discosta nemmeno di un millimetro dagli scenari triti e ritriti degli anni passati. La bomba rifiuti, in provincia di Catania, è ben lontana dall’essere disinnescata. A Paternò, Misterbianco e Motta Sant’Anastasia il calvario degli stipendi non pagati ha paralizzato ancora una volta la raccolta: i sacchi dell’immondizia ed i contenitori della differenziata, salvo qualche rara eccezione, sono rimasti pieni. I mezzi fermi. I lavoratori con le braccia incrociate. Come a Paternò, ad esempio, dove buona parte dei netturbini ha presentato il certificato medico: il resto, ha chiesto invece spiegazioni sul mancato pagamento dello stipendio di novembre. In mattinata, il sindaco Mauro Mangano a sua volta ha legittimamente preteso cosa stesse accadendo dai vertici della Gesenu: nel pomeriggio, ha rafforzato la richiesta in un incontro che si è tenuto a Mascalucia. Ma la vicenda è parecchio complessa e molto difficilmente si risolverà col buon senso.
Nelle ultime ore, anche il commissario liquidatore Angelo Liggeri ha tentato una difficile linea di mediazione con il consorzio Simco: in ballo ci sono il costo del servizio ed il Piano di rientro in riferimento ai Comuni di Adrano e Paternò. Da qui a breve, è previsto un ulteriore incontro tra le parti: un faccia a faccia che potrebbe sbrogliare parzialmente la matassa oppure decretare l’avvio di una ennesima emergenza rifiuti.