La conferma del ruolo di vertice del “nipote del cuore” di Messina Denaro arriverebbe dalle intercettazioni del blitz Ermes.

Scrive, o fa scrivere, le sue direttive, le spedisce, ma resta un fantasma. Nella popolosa e super controllata provincia trapanese pochi giorni fa sono arrivati i suoi ultimi ordini. Ordini che, però, nessuno potrà eseguire visto che la rete del super latitante è stata smantellata. Vi raccontiamo le nuove indagini ancora top secret.

DI RICCARDO LO VERSO. Messina Denaro resta l'ultimo dei padrini latitanti. È sempre più solo, però. Perché l'arresto di Vito Gondola, anziano capomafia mazarese, e degli altri dieci fedelissimi, spazza via davvero la cerchia ristretta che gli ha consentito di comandare nonostante la latitanza.

DI RICCARDO LO VERSO L'operazione è coordinata dalla Dda di Palermo. Perquisizioni nelle province di Palermo e Trapani. La stazione di posta localizzata in una masseria era gestita dall'anziano boss Vito Gondola (nella foto a sinistra in una video intercettazione durante uno scambio di corrispondenza), l'uomo che avrebbe mediato un tentativo di incontro fra il latitante e il genero di Totò Riina.

Per Giovanni Bottino, 28 anni, un anno di libertà vigilata. Nel frattempo l'uomo ha intrapreso un percorso riabilitativo in una casa di cura. La sua ferocia esplose una notte di settembre di due anni fa quando si scagliò contro padre, madre, fratello e sorella.

Il primario si è sentito abbandonato e nei nastri magnetici è rimasto impresso il suo sfogo. Di chi sono i nomi fatti dal medico personale di Rosario Crocetta? E c'è chi spera nella collaborazione di qualcuno per decifrare alcuni passaggi delle intercettazioni.

Alcuni malviventi, intenzionati a saccheggiare il blindato che avrebbe rifornito l'agenzia postale Guarnaschelli nel rione Sperone, disturbati dalla presenza di una pattuglia della polizia, hanno aperto il fuoco. Uno di loro è stato colpito, non versa in gravi condizioni.

Il chirurgo è ai arresti domiciliari dal 29 giugno, quando i carabinieri del Nas si presentarono nella sua abitazione di Carini per notificargli un'ordinanza di custodia cautelare per le accuse di truffa, peculato, abuso d'ufficio e falso. L'istanza presentata al giudice dai suoi avvocati.

Era il 2013. Il commissario di Villa Sofia spiegava al medico di Rosario Crocetta la sua idea di organizzare una parata elettorale per il presidente in vista delle elezioni europee.

A Nicola Sanfilippo viene contestata l'ipotesi di abuso d'ufficio in concorso. Assieme al medico, che è il marito di Luciana Savagnone, presidente della Corte dei conti, il 25 maggio scorso hanno ricevuto un avviso di proroga delle indagini preliminari anche Matteo Tutino e l'ex commissario Giacomo Sampieri raggiunto ieri da un provvedimento di interdizione di un anno dal lavoro.

Valentina Pilato finisce sotto processo saltando, su decisione del pubblico ministero, la fase dell'udienza preliminare. Si dovrà difendere in Corte d'assise, a partire dal 2 ottobre prossimo, dalle accuse di omicidio e occultamento di cadavere.

Ci vorrà del tempo per analizzare centinaia di schede dei pazienti, foto e file contenuti negli hard disk sequestrati al primario di Villa Sofia e medico personale del governatore Rosario Crocetta.

Il giudice per le indagini preliminari  accoglie le richieste della Procura di Palermo per gli altri tre indagati. Stop di un anno per l'ex manager di Villa Sofia: "Incurante del pubblico interesse". Sei mesi ciascuno all'ex direttore sanitario e ad un primario.

Sentenza del giudice per l'udienza preliminare. Stralciata la posizione di un quinto indagato che, nonostante risulti affetto da schizofrenia, è stato arrestato tre volte. Il suo nome figurava nell'elenco del blitz antimafia denominato Apocalisse.

Potrebbe essere il corpo di una vittima della lupara bianca. Ricerche in corso nella zona di Misilmeri, nel Palermitano.