Rosalia Bonfardino, autore su Live Sicilia - Pagina 19 di 23
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Appartenente alla famiglia dei monodontidi o delfinatteri, il narvàlo è un cetaceo simile al beluga ma con la peculiarità di possedere solo due denti di cui uno simile ad una vite che si avvolge da destra verso sinistra. L'unicorso dei mari vive per lo più nel Mare Artico, anche se alcuni esemplari sono stati avvistati a poca distanza dal Polo Nord. Il limite dell'area intono alla quale si aggira è grosso modo in Norvegia e in Alaska, al livello del Capo Nord e del Punto di Barrow. A volte però i narvali si spostano più a sud: è capitato che alcuni esemplari si siano arenati in Olanda e Gran Bretagna. Esclusa la zanna, lunga tra i 2,4 e i 2,7 metri, i narvali possono raggiungere una lunghezza di 4-5 metri.

Si caratterizzano per la presenza di pinne natatorie piccole e rotonde, testa arrotondata e pinna dorsale di 4-5 metri. Molto più scuri gli esemplari giovani, bianco-grigiasto con macchie nere sul dorso gli adulti, i narvali che hanno raggiunto la maturità, vista la grandezza dell'unico dente, presentano un cranio asimmetrico. Sopravvissuti allo sterminio delle balene, i narvali sono molto comuni. Animali sociali, vivono in gruppi di 50 esemplari che a volte si associano dando vita a diverse migliaia di unità. Abili nuotatori, si muovono molto velocemente, respirando in superficie attraverso un fischio acuto. Dopo alcuni minuti durante i quali restano immobili a pelo d'acqua, si rituffano per continuare il loro viaggio attraverso le fredde acque dell'Artico. Seppie, calamari e crostacei sono il loro cibo preferito, che ingoiano interi dopo averli afferrati con le possenti mandibole. Delle loro abitudini sessuali si sa ben poco. L'unica certezza è che la femmina partorisce uno o due piccoli che alla nascita misurano 1.5 metri.

Durante le loro passeggiate estive si avvicinano alle baie e risalgono i fiumi, restando talvolta intrappolati nel ghiaccio che ricopre le insenature nelle quali si riposano. Quando cercano di fare degli orifizi per respirare, restano intrappolati e rendono facile la cattura da parte degli eschimesi. Predati da orche, orsi polari e trichechi, i narvali sono sottoposti anche a cattura da parte degli eschimesi che li cacciano per cibarsi della loro carne ma anche per sfruttare zanne, grasso e pelle. Sull'uso della zanna varie sono le ipotesi avanzate. Ritenuta da alcuni un'arma per attaccare altri narvali o le imbarcazioni, o per creare fori di respirazione nel ghiaccio o arpionare il cibo, si pensa tuttavia che l'ipotesi più probabile sia legata alla sua funzione sessuale. Pare che gli esemplari maschi della pallida focena combattano tra di loro per avere il diritto all'accoppiamento. Non è raro riscontrare, infatti, narvali con il dente rotto o spizzicato o ritrovare frammenti di zanne nelle carni.



Ricorre oggi il centunesimo anniversario della nascita di Paul Jackson Pollock, uno tra i più importanti esponenti dell'Action Painting o Espressionismo Astratto. Nato a Cody, in Long Island, il 28 gennaio 1912, Pollock è da sempre al centro delle attenzioni della critica. La sua opera si caratterizza per l'uso di tre tecniche pittoriche, il Dripping, l'Action Painting e l'All Over, rispettivamente lo "sgocciolamento", la "pittura in azione" e la pittura "a tutto campo", che permisero all’artista di “sentirsi più vicino, quasi parte integrante della pittura”. Influenzato anche dai miti e dalle tradizioni della cultura nativa dell'Arizona, Pollock fu introdotto all'uso del colore puro nel 1936, durante un seminario a New York. Se con l'Action Paiting si serviva non più soltanto del braccio, ma del corpo, attraverso la tecnica della sgocciolatura applicava il colore con pennelli induriti, siringhe da cucina e bastoncini. Pittura automatica, surrealismo e sand paiting dei nativi americani ebbero una profonda influenza su di lui. I suoi quadri più famosi sono quelli realizzati nel periodo del dripping, tra il 1947 e il '50. Ma appena il pittore espressionista diventò noto per il suo stile, decise inaspettatamente di abbandonare la tecnica che lo aveva reso famoso. Dal 1951 comincia ad usare colori molto più scuri, spesso soltanto il nero e iniziano anche le prime figurazioni. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, Pollock negava l'esistenza del "caso". Si muoveva, infatti, intorno alle tele facendo colare il colore o spruzzandolo in una danza inarrestabile ma di cui sapeva fin dall'inizio i movimenti. Controllabile e incontrollabile venivano a creare un unicum inscindibile: idee e movimenti precisi uniti all'incertezza del modo in cui la tela avrebbe assorbito il colore. Harold Rosenberg, parlando di lui, diceva: "Quello che finiva sulla tela non era un quadro, ma un evento. Il punto di svolta c'è stato quando ha deciso di dipingere 'solo per dipingere'. I gesti che si riflettevano sulla tela erano gesti di liberazione dai valori - politici, estetici e morali". Non era della stessa opinione il Reynolds News, che in un titolo del 1959 scriveva "Questa non è arte, è uno scherzo di cattivo gusto".Profondo conoscitore della psicoanalisi, era in terapia per la lotta all'alcolismo e sarà proprio questa dipendenza a interrompere la sua vita nel 1956, a soli 44 anni, quando morì in un incidente stradale provocato dal suo stato di ebbrezza.

LiveSicilia vi propone alcuni tra i suoi quadri più rappresentativi.


Condylura Cristata, la simpatica talpa dal muso stellato

Abile nuotatrice e famelica velocista, la Condylura Cristata, meglio nota come talpa dal muso stellato, è una piccola talpa nordamericana, facende parte della famiglia delle Talpidae, che popola parte dell’area orientale del Canada e del nord-est degli Stati Uniti. Ciò che la rende particolare è la presenza sul naso di 22 tentacoli estremamente sensibili, ricoperti da decine di migliaia di recettori tattili, chiamati organi di Elmer. Questa struttura a stella dei tentacoli, non riscontrata in nessun altro essere vivente del mondo animale, inizia a crescere come un rigonfiamento tutto intorno al naso e pochi giorni dopo la loro nascita i tentacoli erompono in superficie spostandosi in avanti.

Lungo non più di venti centimetri, questo simpatico mammifero pesa circa 50 grammi e possiede 44 denti. Polposi, morbisi e rosati, i tentacoli della Condylura Cristata hanno la funzione di tastare il terreno per la ricerca di cibo. Ghiotta di vermi, insetti e piccoli crostacei, la Condylura Cruistata è presente nel territorio con una densità di popolazione di 4-7 esemplari per ettaro, che diventano 2-3 in inverno. Capace di muoversi rapidamente sottoterra, è in grado di annusare l'acqua riuscendo ad espirare e inspirare delle bolle d'aria sugli oggetti da annusare. Il corpo della talpa dal muso stellato è ricoperto da una pelliccia di colore scuro impermeabile all’acqua. Dotata di zampe molto grandi, la sua particolarità consiste anche nella presenza di una coda spessa e lunga che rappresenta la la riserva di grasso per il periodo degli accoppiamenti.

Secondo studi recenti, la talpa dal muso stellato è il predatore che ingurgita il cibo più velocemente tra i mammiferi. Attiva sia di giorno che di notte, riesce, infatti, a intercettare e mangiare la sua preda in 120 millisecondi. La talpa ha il suo habitat naturale in aree pianeggianti e umide. Costruisce la sua tana in mezzo alla neve o al di sotto dello strato superficiale ghiacciato. Al pari delle altre talpe, scava brevi tunnel in superficie, che spesso terminano sott'acqua.

Più sociali rispetto alle altre talpe, questi mammiferi vivono in piccoli gruppi. Certamente particolare è il fatto che spesso maschio e femmina mostrano un comportamento monogamo, vivendo insieme fuori dalla stagione dell'amore. La femmina, che raggiunge la maturità sessuale intorno ai 10 mesi, si accoppia una sola volta all'anno, nel tardo inverno o all'inizio della primavera.
La gestazione viene portata a compimento nella tarda primavera o a inizio estate, con una cucciolata di 4 o 5 piccoli. I cuccioli, dapprima imberbi, crescono velocemente e e vengono svezzati dopo tre o quattro settimane. Le talpe del muso stellato hanno un'aspettativa di vita di circa 3-4 anni.

Il falco dalla coda rossa, il grande gufo cornuto ed altri rapaci, moffette, mustelidi e perfino grandi pesci sono i suoi acerrimi nemici. Oltre ai numerosi predatori a minacciare la vita della talpa intervengono anche gli insediamenti e le attività dell'uomo che hanno ridotto il suo habitat. Si può, comunque, affermare che la Condylura Cristata non è oggi a rischio estinzione.

LiveSicilia vi propone alcune immagini della simpatica piccola talpa.