Rosalia Bonfardino, autore su Live Sicilia - Pagina 20 di 23
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E’ rischio estinzione per l’orso marsicano. Sottospecie dell’orso bruno, l’ursus arctos marsicanus viveva un tempo a est degli Appennini, tra Marche e Puglia ma è attualmente confinato nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Secondo gli esperti, infatti, dalla metà degli anni ’80 non ci sarebbero in Italia più di 30-40 esemplari e si fa sempre più vivo il rischio di dover dire addio a questa meravigliosa risorsa faunistica degli Appennini. Corporatura tozza, orecchie e coda piccole, occhi nocciola, pelo fulvo-bruno, muso cilindrico con un grosso e simpatico tartufo nerastro sono le sue caratteristiche principali.
Quasi totalmente vegetariano, il marsicano è al vertice della catena alimentare e senza predatori naturali. Proprio per questo il plantigrado marsicano presenta un tasso di riproduzione bassissimo: la femmina, che diviene matura dopo il terzo anno d’età, dopo una gestazione di sei mesi partorisce due gemelli che accudisce per 2-3 anni. Considerando che tra un parto e l’altro passano circa quatto anni e che la mortalità infantile è del 50%, il rischio estinzione è senza dubbio elevato.
E quando si parla di estinzione tra le prime ipotesi prese in considerazione vi è quella della riproduzione in cattività. La Società di Storia della Fauna "Giuseppe Altobello" di Campobasso ha così lanciato un appello per salvare la specie.
Insieme all’appello è arrivata la Chiara risposta di Giuseppe Rossi ,del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. “La riproduzione in cattività – ha rilanciato il Commissario del Pnalm - implicherebbe la cattura di un maschio e di una femmina, da sottrarre quindi alla attuale esigua popolazione, con le conseguenze negative che si possono immaginare, non essendo peraltro certa la capacità della femmina di riprodursi in cattività. Meglio lasciare il maschio e la femmina liberi di accoppiarsi e riprodursi nelle foreste del Parco, considerato che ad oggi la popolazione ha femmine fertili in grado di riprodursi in natura e che il tasso riproduttivo rimane costante”.
Rossi ha spiegato inoltre che in casi come questo andrebbero, invece, potenziate alcune misure di tutela, quali il controllo delle reserve integrali per assicurare tranquillità alla specie e migliorare il reperimento delle risorse alimentari. Alternativa valida potrebbe anche essere, a detta del Commissario del Parco, qualche intervento di allevamento e coltivazione tradizionali.
LiveSicilia vi propone alcune immagini dell'orso marsicano.


Comunemente noto come Axolotl, l'Ambystoma mexicanum è la forma neotenica della salamandra tigre. Il suo faccino buffo sarà da molti bambini ricordato come Wooper, il simpatico Pokémon che da lui ha tratto ispirazione. Questo piccolo anfibio, dalla pelle liscia, deicata e priva di peli, nasce respirando in acqua ma nel corso della crescita subisce una metamorfosi e abbandona l'ambiente acquatico per vivere sulla terra. Considerata una specie in via d'estinzione, l'Axolotl vive nel lago di Xochimilco, vicino Città del Messico ed è minacciato da fattori quali l'inquinamento, la pesca e la distruzione dell'habitat. Per la sua anomalia genetica rimane allo stadio larvale e si riproduce da girino. Acque particolarmente inquinate e povere di ossigeno possono contribuire alla sua metamorfosi. La neotenìa, ossia la peculiarità di mantenere le caratteristiche dello stadio larvale anche dopo la maturità sessuale è dovuta ad una disfunzione tiroidea: agli anfibi infatti, per compiere la metamorfosi, è necessaria la tiroxina, ormone prodotto dalla tiroide. Dotato di vista, olfatto e udito poco sviluppati, l'ambystoma possiede tuttavia recettori tattili posizionati su tutta la superficie cutanea e ben sviluppati. Questa particolare salamandra può respirare in ben quattro modi differenti: attraverso le branchie esterne, tramite respirazione cutanea, membrana buccofaringea e polmoni rudimentali. L'Axolotl raggiunge la maturità sessuale a un anno e mezzo circa. Il corteggiamento avviene tramite una danza rituale: il maschio nuota attorno alla femmina sollevando la coda e agitandola vigorosamente. Il maschio, riconoscibile per delle labbra cloacali più sviluppate, rllascia sui fondali delle spermatofore, capsule contenenti sperma, che vengono poi raccolte dalla femmina attraverso le sue labbra cloacali. Le uova, che possono arrivare ad un totale di 800-1000, vengono poi deposte e attorcigliate intorno a foglie e ramoscelli. Le uova possiedono una membrana cellulare resistente e, per via della loro trasparenza, rendono visibile lo sviluppo degli embrioni al loro interno. Gli esemplari femmine sono riconoscibili dalla forma della testa meno definita di quella dei maschi e più rotondeggiante. L'ambystoma si presenta con un corpo tozzo e due ciuffi branchiali ai lati del capo. Può essere di diversi colori ma la forma albina o quella nera, che è quella naturale, sono le più frequenti. Animale essenzialmente notturno, vive per lo più su fondali di sabbia fine e tra nascondigli costituiti da radici e rocce. Può raggiungere una lunghezza di 25-30 centimetri. Animale molto vorace, l'Axolotl riesce a sopravvivere e nutrirsi allo stato larvale, acquatico e vegetariano, e quindi meno dispendioso in ambienti poco ricchi di iodio. Se le larve vengono a contatto e ingeriscono invece molto iodio iniziano la metamorfosi e si trasformano in esemplari terrestri e adulti. La specie adulta si nutre di ogni forma di vita della portata della sua bocca, dai pesciolini ai piccoli crostacei e molluschi. L'Axolotl di trova con facilità nei mercati illegali di Città del Messico. Considerato, tuttavia, una specie in via d'estinzione, l'ambystoma mexicanum è protetto dalla Convenzione di Washington.

LiveSicilia vi propone alcune immagini del particolare anfibio.


La Merlin Entertainments, la società inglese proprietaria del parco di Castelnuovo del Garda, ha detto stop agli spettacoli acquatici con i delfini e manda in pensione Robin, Teide, Betty e Nau, i quattro meravigliosi mammiferi cresciuti tra le cascate artificiali e le montagne russe del Palablu. Si è tenuta il 6 gennaio l’ultima esibizione dei 4 esemplari all’interno di quello che, a detta di Forbes, è ritenuto il quinto parco dei divertimenti più apprezzato al mondo, con i suoi 750mila metri quadri e 32 attrazioni. Una svolta animalista che va contro gli interessi economici della società: ogni quattro persone che entravano al parco, infatti, almeno una spendeva 5 euro in più comprare il biglietto dello spettacolo acrobatico dei delfini.

"La Merlin ha nel suo codice genetico una politica di profondo rispetto per gli animali, e la scelta di dire addio al delfinario ne è diretta conseguenza", ha affermato Danilo Santi, direttore di Gardaland. Una scelta etica influenzata anche dalle polemiche seguite alle morti di alcuni delfini del Palablu. Nel 2000, infatti, la Procura di Verona aprì un'inchiesta per stabilire le cause della morte di quattro delfini, morti nel giro di tre anni per motivi ignoti.

Si prospetta, così, una vecchiaia nel pieno relax per i quattro cetacei - per quanto sia possibile per degli animali cresciuti in cattività - che andranno probabilmente in pensione nell'acquario di Genova, dopo anni trascorsi ad intrattenere i visitatori dell'area acquatica di Gardaland. Non dovranno preoccuparsi, invece, gli addestratori per i quali si stanno cercando misure alternative alla cassa integrazione.