L’avvocato Giovanni Immordino, presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo, è un uomo garbato, moderato e dall’eloquio sempre sereno. Lo è anche nel corso del presente colloquio, ma, sotto il fluire del linguaggio, si avverte il magma di un vulcano che vorrebbe eruttare in libertà. Gli avvocati, secondo il nuovo piano nazionale applicato in Sicilia, non saranno più vaccinati con AstraZeneca. Salteranno anche le prenotazioni, a cominciare da lunedì.
Presidente, come va?
“Sono incavolato”.
Posso immaginare perché.
“Immagina bene”.
Adesso qual è il punto?
“Abbiamo chiesto di garantire le prenotazioni già prese, per noi, per i magistrati, per tutto il comparto giustizia e aspettiamo una risposta che, confido, possa essere positiva”.
E se così non fosse?
“Pensiamo di riunirci con una seduta straordinaria del consiglio dell’Ordine e poi si vedrà. Si profila una disparità di trattamento fra colleghi che hanno avuto la fortuna di essere inseriti i primi giorni, da una organizzazione che non è nostra, e altri che rischiano di perdere la disponibilità”.
Un fatto di giustizia, insomma.
“Certo, non ci possono essere disparità all’interno della stessa categoria. E ci tengo a dire una cosa”.
Dica pure.
“Noi non siamo dei furbetti, siamo stati inseriti tra le categorie essenziali, a ragione. Non abbiamo mai preteso di scavalcare nessuno”.
Ma qualcuno pensa che abbiate sottratto dosi ai fragili, lo sa?
“Un’affermazione gravissima, perché le persone fragili non vengono vaccinate con AstraZeneca che è il prodotto toccato a noi. Un autentico falso per metterci in imbarazzo”.
La categoria ha pagato un prezzo?
“Altissimo. In Italia undicimila avvocati si sono ammalati di Covid”.
Crede che, alla fine, si troverà il modo di uscirne?
“Si deve trovare, sono fiducioso”.