Palermo, cambia il capomafia e cambiano i grossisti della droga

Palermo, cambia il capomafia e cambiano i grossisti della droga

La scelta cadde su un cognome storico

PALERMO – Il passaggio di consegne fra il vecchio e il nuovo capomafia di Bagheria segnò il cambio di fornitori di droga. Onofrio Catalano, a cui contestavano la gestione criminale segnata da debiti, nel 2020 cedette il bastone del comando a Massimiliano Ficano.

Così hanno ricostruito i magistrati della Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri del Nucleo investigativo dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo nel blitz che oggi ha portato in carcere 17 persone.

Catalano, durante l’assenza forzata del reggente del mandamento di Bagheria, il detenuto Giuseppe Scaduto, comprava la droga a Palermo. I suoi fornitori sarebbero stati Daniele Cardinale e Francesco Paolo Catalano. Quest’ultimo, in particolare, è da sempre legato alla mafia di Porta Nuova.

Catalano ed il suo braccio destro, Giuseppe Cannata, si sarebbero sottomessi al volere di Ficano. La scelta per i nuovi fornitori sarebbe caduta su Stefano Marino, uomo della famiglia mafiosa di Roccella, e tra i nomi più noti per i traffici di droga a Palermo.

La nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio lo raggiunge in carcere, dove è già detenuto nell’ambito di un’altra inchiesta che gli è costata una pesante condanna.

Marino ha anche trascorso un periodo di latitanza. Non si era fatto trovare a casa la notte del 7 febbraio 2008 quando agenti della Squadra mobile, del Servizio centrale operativo e del Fbi arrestarono più di sessanta persone. Erano i giorni dell’operazione ‘Old Bridge’.

La nuova mafia aveva riattivato il “vecchio ponte” con i boss emigrati negli States. Marino era accusato di aveva gestito numerose estorsioni e mantenuto i contatti con esponenti di rilievo di famiglie mafiose di diversi mandamenti. Lo arrestarono nell’estate successiva. Era latitante, ma al mare con moglie e figli. Gli agenti della sezione Criminalità organizzata lo scovarono in una villetta di Altavilla Milicia. Una volta finita di scontare la pena, Stefano Marino si era messo in affari nel settore dei servizi funebri.

Catalano raccontava alla moglie di essere andato “a prendere la cosa”, assieme a suo “compare”: “… questa è una casa che mi sono preso Io con mio compare… nel senso che lui anticipa e quello che guadagno ce lo dividiamo”.


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