BIANCAVILLA (CATANIA) – Colpevole. Definitivamente responsabile di tre omicidi. È passata in giudicato la condanna all’ergastolo per il barelliere assassino di Biancavilla Davide Garofalo. Tra il 2014 e il 2016 l’uomo uccise tre malati terminali con iniezioni letali, nel trasporto dall’ospedale di Biancavilla a casa sua, per farsi dare dei soldi dalle pompe funebri.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del suo legale, l’avvocato Salvatore Liotta, e la sentenza diviene così irrevocabile. In aula, tra le parti civili, oltre ai familiari delle vittime, ci sono anche il Codacons e l’associazione “Art 32-97, Associazione Italiana diritti del malato e del cittadino” e l’associazione Obiettivo Legalità. Queste associazioni sono assistite dall’avvocato Carmelo Sardella. Poi tra le parti civili anche il Comune di Biancavilla e l’Asp di Catania.
La condanna segue l’inchiesta denominata “Ambulanza della morte”, scaturita dalla testimonianza di due ex imprenditori di pompe funebri. È emerso che Garofalo avrebbe ucciso le vittime per ottenere una piccola cifra da alcune agenzie. Una sorta di “provvigione”, qualche centinaio di euro, per un business che evidentemente riusciva a soddisfare tutti, nell’ambiente criminale.
Sullo sfondo, l’ombra di Cosa Nostra e dei pericolosi gruppi di Biancavilla e Adrano, legati a doppio filo con le più forti cosche della malavita catanese. Gruppi locali che avrebbero, a loro volta, lucrato sull’affare. Le tre vittime si chiamavano Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile. Tutti dimessi dall’ospedale di Biancavilla e malati terminali. Tutti morti durante il tragitto.
In primo grado, in sentenza fu scritto che Garofalo non desistette dal suo proposito, uccidere le vittime, nonostante una di esse “fosse sopravvissuta alla prime insufflazioni di aria”. Piuttosto si sarebbe accanito “sullo stesso fino a portare a compimento il proprio programma criminoso”.