Berlusconi rispolvera il 61-0 | "Via Crocetta" - Live Sicilia

Berlusconi rispolvera il 61-0 | “Via Crocetta”

L'intervento di Nello Musumeci

La telefonata di Berlusconi: "La Sicilia non è una regione di sinistra". L'intervento di Musumeci: "Abbiamo il dovere di mandare a casa Crocetta ". L'ironia di Giusy Savarino: "Oggi ci ritroviamo un presidente della Regione che è un Forrest Gump della politica". Così il centrodestra si prepara alle elezioni.

PALERMO- ”La Sicilia non è una regione di sinistra. Sono convinto che se riusciremo a presentare una proposta completa e convincente ai siciliani in modo da convincerli a cambiare strada, i siciliani siano disposti a farlo e immettersi sulla nostra strada, come ai tempi del 61 a zero “. L’iniezione di ottimismo di Silvio Berlusconi, a un centrodestra siciliano non proprio in ottima salute, arriva nel cuore di un intervento telefonico durato oltre quaranta minuti. Il Cavaliere ha chiuso così l’iniziativa di Forza Italia a Palermo, il giorno dopo la nomina di Gianfranco Micciché commissario regionale del partito. L’ex leader di Grande Sud, però, alla manifestazione non si è visto.

Una manifestazione che ha visto in una prima fase l’intervento dei parlamentari nazionali di Forza Italia, poi quelli dei possibili protagonisti della prossima campagna elettorale siciliana in vista della successione a Crocetta. E al governatore gelese, Berlusconi ha dedicato un passaggio del suo intervento: “Ho avuto modo – ha detto – di ascoltare i problemi della Sicilia, della giunta regionale Crocetta, quelli delle imprese che sono in stato di abbandono, il tema dei fondi europei, che rischiano di perdersi, dell’agricoltura, dei rifiuti a Palermo e della disoccupazione con i giovani costretti ad emigrare all’estero mentre la giunta regionale non ha messo in campo azioni per risolvere il problema”.

E di Sicilia hanno discusso, come detto, alcuni dei possibili protagonisti delle prossime elezioni regionali e in qualche caso anche “papabili” candidati a Palazzo d’Orleans. Come Nello Musumeci: “C’è bisogno di buona politica e l’incontro di oggi – ha detto il presidente della commissione Antimafia all’Ars – ha testimoniato la presenza di un’alternativa ad un governo senza alcuna prospettiva di crescita e sviluppo. Non c’è stato un solo tema – ha aggiunto – risolto da questo governo, non si è mai creato un clima di ottimismo tra le imprese e nessun settore ha prodotto ricadute positive sul territorio. La Sicilia ha subito un crollo di credibilità mai visto in passato per colpa di un presidente che non sa pensare, che è l’antitesi della politica. Abbiamo il dovere di mandare a casa Crocetta – ha ribadito Musumeci -. Andiamo tutti dal notaio a firmare le dimissioni. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità di oppositori ed evidenziare le irresponsabilità di chi sostiene il governo”. Alla convention è intervenuta anche la portavoce del movimento #DiventeràBellissima, Giusy Savarino. “Oggi ci ritroviamo un presidente della Regione che è un Forrest Gump della politica che parla da anni di rivoluzione. Possiamo e dobbiamo riprendere in mano il governo di questa terra, altrimenti saremo colpevoli davanti ai nostri figli”.

Durissimo l’attacco a Crocetta anche da parte di un altro dei possibili candidati alla presidenza della Regione, cioè l’eurodeputato Salvo Pogliese: “In questi anni – ha detto – ci siamo sforzati a trovare gli aggettivi ed i sostantivi più adatti per descrivere Crocetta ed il suo governo, ma paradossalmente il più bravo fu Emanuele Macaluso,storico esponente del Pci che definì il governatore ‘un parolaio senza alcuno spessore, senza alcuna capacità'”.. E questi tre anni di governo Crocetta, secondo Pogliese rappresentano “un’esperienza devastante caratterizzata da riforme annunziate e puntualmente impugnate dal governo centrale (Province, Ato idrico e legge sugli appalti), dalla perdita di ingenti fondi europei, dal mantenimento di tutte le società partecipate e da un instabilità politica senza precedenti con 42 assessori in 36 mesi. Basti pensare – ha proseguito Pogliese – che la Sicilia rischia di perdere un miliardo e 200 milioni di euro se non dovesse riuscire a certificare la relativa spesa entro il 9 dicembre, una cifra enorme soprattutto se paragonata al Pil complessivo della Sicilia che oscilla fra i 70 ed i 73 miliardi di euro. Rischiamo insomma di perdere l’1.6 % del Pil siciliano, oltre agli 800 milioni di euro di fondi Pac (piano di azione e coesione) già persi grazie anche al governo Renzi. Ecco perché non abbiamo scelta e dobbiamo provare a mandare a casa questo presidente”.

Dello stesso tenore l’intervento di Gaetano Armao, a capo del suo movimento Sicilia Nazione, “benedetto” oggi anche dal senatore Antonio D’Alì. “La Sicilia ed i suoi drammatici bisogni – ha detto Armao – debbono costituire il riferimento e l’orizzonte di una proposta politica che con coraggio, competenza e determinazione offra un domani possibile. Dobbiamo superare gli schieramenti e puntare alla crescita. Renzi e Crocetta hanno portato la Sicilia nel baratro . Come in Catalogna – ha aggiunto – occorre superare gli schieramenti e raccogliere le forze attorno ad una coalizione ‘Uniti per la la Sicilia’. Una mera aggregazione di destra non è credibile per sconfiggere l’incompetenza ed il clientelismo del Pd e l’approssimazione connivente con Crocetta dei grillini”.

Al tavolo ha preso parte anche l’ex rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, che ha raccontato le difficoltà vissute in questi anni di governo Crocetta, intervenuto in maniera molto dura sul settore dell’istruzione e dell’università. “Anche io, nel mio ruolo, – ha detto Lagalla – ho fatto opposizione a questo governo”. Intanto, nonostante qualche parlamentare nazionale come Laura Comi avesse criticato la scelta di Forza Italia di manifestare a Bologna al fianco della Lega, qui in Sicilia è arrivata quantomeno una condivisione sul giudizio critico nei confronti dell’operato del governatore siciliano, da parte del coordinatore nazionale di “Noi con Salvini”, Francesco Attaguile. Anche se il movimento sembra orientato a decisioni esattamente contrarie: no a Micciché, no al ritorno al passato. Su una cosa sono tutti d’accordo, insomma: Crocetta ha fallito. Ma il centrodestra siciliano, che sente il profumo di elezioni imminenti, non ha ancora deciso quale direzione prendere per tornare al sogno del sessantuno a zero.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI