Il bilancio provvisorio delle vittime dell’alluvione nel messinese, dopo il ritrovamento degli ultimi due corpi a Scaletta Zanclea, è salito a 26. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha infatti annunciato al Senato che le vittime recuperate erano 25, comprendendo uno dei due cadaveri che era stato trovato poco prima. Il bilancio definitivo, ha aggiunto, “dovrebbe quindi essere di 35 vittime, visto che per i 9 dispersi non c’é nessuna speranza che siano trovati in vita”.
Bertolaso ha poi aggiunto che prima del nubifragio che ha colpito il messinese il sistema siciliano era stato allertato con avvisi di avverse condizioni meteorologiche. Il 30, ha spiegato Bertolaso, il Dipartimento della protezione civile aveva diramato un avviso per nubifragi che si sarebbero verificati il giorno successivo in Sicilia. Un nuovo avviso era stato diramato poi l’1 ottobre.
“La natura – ha aggiunto Bertolaso – non uccide, è l’uomo la causa dei morti che dobbiamo registrare come conseguenza di calamità naturali”. Un abuso edilizio, ha spiegato il capo della Protezione civile, può essere sanato ma non c’é sanatoria che possa convincere un corso d’acqua a spostarsi. Bertolaso ha quindi indicato l’abusivismo “tra le cause principali di questa tragedià. L’Italia, ha spiegato Bertolaso, “vanta il record dei rischi naturali, ma sappiamo anche che il rischio viene sovente sottovalutato e vissuto come un ostacolo ingiusto allo sviluppo, alla costruzione di nuovi insediamenti ed attività commerciali. Si è utilizzato il territorio come se questi rischi non fossero una reale minaccia alla vita dei cittadini”. C’é, ha sottolineato il capo della Protezione civile, “una manifesta intolleranza verso chi ricorda che la manutenzione di questo Paese non è stata una priorità. Abbiamo agito secondo la logica dello sviluppo senza prendere in considerazione le ragioni della natura”. E proprio l’abusivismo, ha aggiunto, “é tra le cause principali di questa tragedia: si è costruito fuori da ogni regola e buon senso, sul greto di fiumi, su colline a rischio frane”.
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