PALERMO- Le chiese sono illuminate e aperte, piene di credenti. Via Ruggiero Settimo offre gli svaghi di una domenica sera a Palermo. Biagio Conte è arrivato al quinto giorno di protesta e preghiera.
I suoi volontari raccontano: “Praticamente è digiuno da cinque giorni, ogni sera prende la comunione. Ma, nella privazione, la sua volontà si fortifica”. Ed è questo che traspare. Gli occhi del missionario laico che dorme sotto i portici delle Poste, in via Roma, per combattere l’indifferenza, sono accesi d’azzurro.
E’ accaduto anche altre volte, nel corso di altre missioni. Meno il corpo di Biagio si curava, più traspariva la sua determinazione. Cosa sia questa forza, effettivamente, non si sa. Biagio Conte è un un approdo per pochi, nella sua essenza più intima. Infatti, divide. Chi lo ama è sottoposto quasi a un rapimento mistico, né ammette scetticismi di sorta. Chi lo odia – perché esiste chi lo odia – sposa la teoria della messinscena. Non possono esserci palermitani così estremi nell’indicazione radicale di un cammino. Se ci sono, fingono. Chi osserva e basta, magari pensa che la prospettiva di quel saio deposto sulla scalinata non sia l’uomo che c’è dentro, ma davvero l’indicazione di un cammino diverso per tutti.
Domenica sera, a Palermo. Mamme e papà con i figli in passeggino solcano la folla di via Ruggiero Settimo. Nelle vicinanze, barboncini sospettosi fiutano i piedi di tutti col timore di venire calpestati. Una piccola processione circonda le Poste. Poche persone rispetto alla calca della movida. Ognuno attende il proprio turno, come se il marciapiede fosse davvero un ufficio postale sotto le stelle, con la coda e i pizzini numerati. Poi, sagome incerte sul da farsi si chinano su Biagio Conte. Qualcuno parlotta. Altri lo baciano. Altri gli presentano i figli. Altri cercano una benedizione e un santino con l’effigie di Gesù benedicente.
Dopo un po’, tocca alla sagoma con penna e taccuino. E una domanda, la solita: “Biagio, quando smetterai?”. Lui risponde. Al solito: “Quando Dio vorrà. Non voglio fermare la mia vita, ho tante cose da fare per i poveri, ma sarà Dio a decidere”.
E racconta, Biagio. Racconta le storie di una città dolente che si avvicenda al suo capezzale, per raccogliere gocce di speranza. “E’ venuto un papà sfrattato, con i suo tre ragazzi. E’ venuta una ragazza… Io non posso accettare questo, non accetto che il dolore non sia raccolto da nessuno”. Biagio, stasera andrai via di qui? “Posso dirti solo questo: offro la mia vita a Dio”.
Domenica sera a Palermo. Due ballerini improvvisano una danza e raccolgono le offerte, nel cuore della movida. Le chiese sono aperte, calde e illuminate. I credenti sono in chiesa.
Aggiornamento
L’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, ha fatto visita stamani a Biagio Conte, il missionario laico che protesta in strada per sensibilizzare la città sull’emergenza poveri. Il prelato ha somministrato l’eucarestia al missionario e ha pregato per lui. “Le parole custodiamole nel cuore” si è limitato a dire l’arcivescovo.

