PALERMO – Tempi strettissimi per un nuovo bando per salvare il salvabile della stagione estiva dell’aeroporto di Trapani. L’obiettivo del nuovo cda che si è appena insediato è arrivare all’assegnazione già a maggio. Intanto, il nuovo presidente Paolo Angius lavora per mantenere alcune rotte di Ryanair anche senza contratto e tenere vivo lo scalo in attesa di tempi migliori. Proprio mentre il vettore irlandese lancia un segnale forte, ritirando i suoi aerei da Birgi.
Angius presiede il nuovo cda dell’Airgest nominato nei giorni scorsi e composto anche da Elena Ferraro e Saverio Caruso. Deve subito gestire la patata bollente del bando bocciato dal Tar per il ricorso di Alitalia che riguardava la stagione estiva imminente. Il nuovo consiglio d’amministrazione della società di gestione che è ormai a quasi esclusiva partecipazione regionale (più del 99 per cento) si è già riunito due volte e ha deciso di predisporre a tempo di record una nuova proposta di bando da sottoporre alla Regione. Nel frattempo si dialoga con Ryanair sul presente: c’è già stato un primo incontro e nei prossimi giorni ci saranno altre interlocuzioni dublinesi.
Dal vettore irlandese, però, Birgi ha appena incassato una brutta notizia: l’aeroporto trapanese, infatti, quest’anno non sarà base per Ryanair (la base è lo scalo dove la compagnia lascia a “riposare” i suoi aerei), che non rinnova questo rapporto. I tre aeromobili basati a Trapani la scorsa estate saranno ricollocati in altre destinazioni del network di Ryanair. David O’Brien Chief Commercial Officer di Ryanair ha affermato: “Siamo dispiaciuti che la nostra base di Trapani non riaprirà nell’estate 2018 a seguito della decisione dell’Aeroporto di Trapani di annullare il piano di promozione delle rotte. Ryanair continuerà a operare quattro rotte da Baden Baden, Milano Bergamo, Francoforte Hahn e Praga verso Trapani da altre basi del network di Ryanair: la decisione dell’aeroporto comporta ora che l’investimento di Ryanair di 300 milioni di dollari in aeromobili dovrá essere allocato altrove. Ryanair è fiduciosa che questi tagli a Trapani possano essere rivisti nel corso del prossimo anno, e continuerà a discutere con l’aeroporto per verificare se e come ripristinare la crescita”. La seconda parte delle dichiarazioni di O’Brien lascia intendere come la mossa della compagnia irlandese sia una sorta di “segnale” che punta a sbloccare l’impasse.
Angius dal canto suo è ottimista e l’interlocuzione in realtà sarebbe ancora aperta. “Sono fiducioso che verrà salvata una prima parte della stagione estiva che intanto prevede le rotte di Praga, Fracoforte, Baden Baden e Bergamo – dice a Livesicilia l’avvocato presidente di Airgest – . Cercheremo di implementare queste rotte con altre che andremo a individuare, il mio auspicio è di farlo anche senza un contratto con Ryanair confidando sul fatto che Trapani è un aeroporto attrattivo perché ha tasse più basse e costi più contenuti di altri scali”.
E sul bando, quali sono le vostre decisioni dopo al pronuncia per voi sfavorevole del Tar?
“Riguardo al bando, ho già avuto un incontro proficuo col dirigente del Turismo, Lucia Di Fatta. Già in settimana faremo una nuova proposta di bando all’assessorato. Con esplicita richiesta che l’assessorato lo condivida con l’ufficio legislativo della Regione e lo faccia passare anche dalle commissioni competenti dell’Ars. Dopo questo giro che speriamo possa avvenire entro soli quindici giorni dalla nostra consegna, partiremo cercando ovviamente di andare incontro a tutte le doglianze evidenziate dal Tar Sicilia. L’obiettivo è assegnazione i primi di maggio”.
Non sarà comunque tardi?
“Non sarà più la stessa stagione che si poteva pensare otto mesi fa, certo, ma cerchiamo di mettere in piedi la migliore stagione possibile”.
A quanto ammonterebbe il bando?
“Il bando sarebbe da circa 14 milioni per il 2018 e il 2019”.
C’è poi il tema del direttore generale, quello attuale sta andando via.
“Abbiamo cominciato a delineare la figura. Lo faremo con l’ausilio di una società di head hunter specializzata. E fatti salvi i passaggi con la Funzione pubblica regionale che deve dare il disco verde, speriamo di arrivare alla scelta di un profilo entro un mese da oggi. Anche lì si tratterebbe di tempo record ma è necessario perché da domani il nostro direttore non c’è. Intanto ieri il cda ha attribuito al presidente le deleghe per sostenere la funzione di accountable manager, colui che sovrintende alla sicurezza aeroportuale. La buona notizia è che confidiamo di avere tra qualche giorno la conversione del certificato aeroportuale, un documento che è un po’ come la patente per chi deve guidare”.
Tra tante incertezze, che speranze per il futuro ha quest’aeroporto?
“Ha speranze nel momento in cui viene messo a sistema con gli altri aeroporti siciliani. Diversamente rimane un aeroporto che ha una funzione sociale importante per il territorio e la provincia di Trapani ma non ha speranze di produrre utili. Ma queste sono tutte decisioni che competono agli azionisti”.
Quando parla di “sistema” con gli altri aeroporti si riferisce a un rapporto più intenso con Punta Raisi?
“Un rapporto più intenso con Palermo è sicuramente auspicabile ma non possiamo non considerare di fare rete con gli aeroporti minori, penso a Comiso. Tra i temi nuovi rispetto al passato c’è una possibile apertura verso il mondo dei charter, ma occorre un’organizzazione di base turistico – territoriale che non può essere organizzata dall’aeroporto. E poi il tema che può essere ripreso è quello della continuità territoriale e penso in questo senso a una rete degli aeroporti minori dell’Isola. Se penso alla mia Sardegna si vola su Milano e su Roma con voli scontati, per un palermitano o un trapanese volare su Roma o su Milano può avere un impatto devastante sul piano economico. Esistono tanti esempi in Italia di aeroporti vicini che convivono in maniera ordinata. La strategia la gestisce la politica con le sue scelte”.