“Il presidente del Consiglio mi era sembrato sensibile al problema. Mi aveva detto che era tutto sotto controllo ma per le riforme occorreva l’intervento del Ministro della Giustizia e delle forze politiche”. Dopo aver atteso qualcosa in più da parte del Governo, rispetto al Decreto Ristori, Rita Bernardini dalla mezzanotte di oggi ha ripreso lo sciopero della fame per chiedere misure urgenti per svuotare le carceri in un momento di emergenza sanitaria. Dopo 36 giorni, l’esponente del Partito Radicale, aveva sospeso il digiuno prima di Natale, per l’incontro programmato con Giuseppe Conte. A lei dal 10 novembre scorso si erano uniti a staffetta circa 4.000 detenuti, docenti di diritto penale, personaggi del mondo della cultura come Luigi Manconi, Sandro Veronesi, Roberto Saviano.
“Solo chi non frequenta le carceri può dire che è tutto sotto controllo – commenta Bernardini – se Conte si riferisce al covid e ai contagi al momento in Italia ci sono 800 detenuti positivi e 600 agenti di polizia penitenziaria. Non è tutto sotto controllo, soprattutto per quanto riguarda i diritti umani. Da quell’incontro – aggiunge – pensavo si potesse solo andare avanti, invece ci è stato un blocco totale”. Il 22 dicembre la presidente di ‘Nessuno Tocchi Caino’ ha esposto le sue ragioni al Premier, a Palazzo Chigi, quindi dell’urgenza di ridurre la popolazione carceraria e dell’amnistia. In quell’occasione Bernardini ha mostrato lo schema che contiene istituto per istituto penitenziario, i dati del sovraffollamento, tenendo presente le stanze detentive, cioè le celle e i posti inagibili. A Palermo, per esempio, nella Casa Circondariale Pagliarelli la capienza regolamentare è di 1.182 posti sono presenti 1.231 detenuti e 28 stanze detentive sono inagibili. Infatti, durante la prima fase, i detenuti avevano aderito allo sciopero della fame. Diversamente, all’Ucciardone non c’è una situazione di sovraffollamento.
La priorità è quella riguardante la necessità di una deflazione della popolazione detenuta. “Il sovraffollamento persiste, i diritti umani fondamentali sono violati da un anno si è aggiunto il rischio covid”, dice l’esponente radicale che prosegue con l’azione non violenta. “L’iniziativa conta di aprire un dialogo con tutti, con tutte le forze politiche anche con quelle distanti da me come Salvini e Meloni. Le cose si possano risolvere rispettando le leggi e i diritti fondamentali essenziali. Voglio che in Italia ci sia una pena che corrisponda alla legge, alla Costituzione e al nostro ordinamento penitenziario”.
La riduzione dell’applicazione della custodia cautelare in carcere, la liberazione anticipata speciale e la questione che riguarda l’amnistia e l’indulto, queste tra le cose che andrebbero fatte per la storica esponente dei radicali.