"Carceri e Covid: amnistia e indulto per evitare stragi" - Live Sicilia

“Carceri e Covid: amnistia e indulto per evitare stragi”

Rita Bernardini prosegue lo sciopero della fame.

“Una crescita rapida e preoccupante che richiede un’immediata soluzione come l’amnistia e l’indulto”. A denunciarlo è Rita Bernardini (a destra nella foto), presidente dell’associazione ‘Nessuno tocchi Caino’, al sesto giorno di sciopero della fame. Al suo fianco da ieri Irene Testa, Tesoriera del Partito Radicale e fondatrice dell’associazione ‘Il Detenuto Ignoto’, ma le due donne non sono sole. Alla battaglia contro il sovraffollamento negli istituti penitenziari oggi minacciati dal virus, si sono unite altre 330 persone, tra questi familiari dei detenuti, militanti del Partito Radicale ed esponenti politici come Luigi Manconi e Roberto Giacchetti. L’iniziativa indetta dalla radicale si sta allargando anche all’interno delle carceri italiane.

Carceri e Covid: i numeri

Continua a crescere il numero dei contagi tra detenuti e personale carcerario. Secondo l’ultimo aggiornamento fornito dal Dap venerdì scorso, a livello nazionale sono 638 i detenuti risultati positivi al Covid, di cui 606 in isolamento in carcere e 32 ricoverati in terapia intensiva. Mentre 65 è il numero del personale contagiato all’interno del carcere e 820 sono gli agenti carcerari. In Sicilia i detenuti positivi sono in tutto 16: 9 isolati in carcere (2 Siracusa, 3 Palermo, 1 Noto, 1 Messina, 1 Favignana e 1 Catania) e 7 detenuti ricoverati della Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo. Mentre, sono 8 i positivi nel personale: uno a Caltanissetta e 7 a Palermo. Per quanto riguarda gli agenti contagiati: 2 Augusta, 1 Caltanissetta, 9 Catania, 1 Gela, 1 Giarre, 19 Palermo, 2 Piazza Armerina, 1 Ragusa, 1 San Cataldo.

“Sarebbe una strage”

“Se il Covid scoppiasse in carcere, sarebbe una strage – dice Bernardini – si riduca drasticamente la popolazione detenuta con la liberazione anticipata speciale. Il sovraffollamento c’è, chiediamo che i 45 giorni previsti dal provvedimento passino a 75, per i detenuti che si sono comportati bene. La classe politica non può disinteressarsi del carcere. Aspettiamo risposte significative dalla politica e dal Ministero della Giustizia che a mio avviso ha sottovalutato il rischio che si corre. I detenuti hanno diritto a essere curati e non possono rischiare di morire”. Oltre a denunciare la situazione all’interno degli istituti penitenziari la Bernardini chiede la creazione di una linea verde dedicata ai familiari, per informali sulle condizioni di salute dei detenuti.

“Non si conoscono i dati reali”

“Non si conoscono i dati reali dei contagi poiché il sito del Ministero della Giustizia e le regioni, alle quali è appaltata la sanità penitenziaria, non li rendono noti”: a dichiararlo è Irene Testa, tesoriera del Partito radicale in sciopero della fame da domenica scorsa. “Ho aderito per chiedere ai procuratori della Repubblica che ne è stato della denuncia inviata a marzo scorso per reato ipotizzato di procurata epidemia colposa mediante omissione nei confronti del Ministro Bonafede e del Dap. Oggi non abbiamo alcuna notizia su come abbiano proceduto i procuratori, nel frattempo assistiamo al rischio di strage all’interno delle carceri italiane”, conclude.

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