PALERMO – “A Seul è stata una gara molto complicata, considerato il livello degli atleti. Venivano da ogni parte del mondo e riuscire a tagliare il traguardo per primo è stata una grande soddisfazione”. Gelindo Bordin ricorda così il trionfo nella maratona ai Giochi del 1988, tenutisi nella capitale sudcoreana. L’ex atleta, a Palermo per prendere parte a un incontro sulle tecniche di gestione dello stress in gara, mette in evidenza l’importanza dell’aspetto mentale per sfruttare al meglio le risorse mentali durante una competizione: “Lo stress è una delle difficoltà più fastidiose per chi fa sport e non va confusa con la tensione che, al contrario, può risultare decisiva in senso positivo. Lo stress contrae la muscolatura, influendo sulla prestazione”.
Secondo Bordin, il bilancio dell’Italia alle Olimpiadi di Rio è da considerare “positivo nel complesso, decisamente deficitario per quanto concerne l’atletica. La gestione dei giovani non è più come quella di una volta, anche se i talenti non mancano. Il futuro può ancora essere roseo, a patto di tornare ai metodi di un tempo, volti a un confronto continuo che deve porsi come obiettivo quello di andare oltre i propri limiti”. Un ritorno al passato per un domani nuovamente glorioso: “E’ necessario che i nostri ragazzi imparino a vincere – spiega Bordin –, senza temere di entrare in competizione con gli atleti degli altri continenti. Gli africani, per esempio, sono senza dubbio ottimi podisti, ma vengono favoriti dall’assenza di blocchi mentali. Si allenano, corrono e riescono a migliorarsi”.