PALERMO– C’era praticamente tutto il Pd siciliano, renziani e meno, alla Tonnara Florio di Palermo per accogliere il ministro delle Riforme del governo Renzi, Maria Elena Boschi, in Sicilia per parlare del prossimo referendum costituzionale e lanciare i Comitati del Sì. Chiamando i cittadini a raccolta perché si impegnino nella campagna referendaria a sostegno della riforma della Costituzione, approvata lo scorso aprile dal Parlamento, il ministro ha spiegato che “i cittadini non possono e non devono restare esclusi da questo tentativo di rinnovamento del Paese, perché stanno cambiando molti aspetti della vita pubblica che li riguardano, come il rapporto tra cittadini e Istituzioni e tra centro e regioni”.
Un evento a cui è seguita la presentazione del libro di Davide Faraone, per il quale è arrivato l’endorsement del ministro: “Faraone alla guida della Regione? Ha le carte in regola e potrebbe dare un’accelerazione al percorso delle riforme coerente con quello nazionale”, ha detto la Boschi.
Boschi ha invitato l’opinione pubblica alla partecipazione perché, ha detto, “il Pd vuole coinvolgere tutti quelli che hanno voglia di tornare a parlare di politica e di futuro. Il dibattito arriverà nelle scuole, nelle piazze e ovunque ci sia qualcuno che voglia informarsi”, ha aggiunto, rispondendo a una domanda del direttore del Tg1, Mario Orfeo, che ha moderato il dibattito alla Tonnara Florio, a cui ha partecipato anche Luciano Violante. Il ministro ha spiegato di non aver paura del voto. “Questo referendum – ha detto – rappresenta una scelta politica ben precisa del Governo perché cambiare la Costituzione è una sfida che deve coinvolgere tutti, dalla base, perché non riguarda solo i partiti”. E in merito al tentativo di alcuni “avversari” di trasformare il referendum costituzionale in un voto pro o contro il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro per le Riforme ammonisce: “Mi auguro che i cittadini che andranno a votare siano migliaia e che capiscano che non devono esprimere la propria opinione su Renzi, ma dire la loro su una riforma che sta cambiando le fondamenta del nostro Paese, con l’obiettivo di renderlo più stabile e più efficiente”.
LA RIFORMA – “Nessuno ha la pretesa di aver approvato la riforma perfetta – ha ammesso Maria Elena Boschi – perché nell’iter parlamentare è normale che qualcosa prenda una strada differente da quella che era stata prevista. Ma è comunque un impianto che fa fare decisivi passi avanti al nostro Paese: tempi più rapidi e certi nel procedimento legislativo, il superamento di enti che oggi sono inutili, un nuovo e più preciso rapporto tra Governo e Regioni. Passi avanti che i nostri Parlamenti discutono da vent’anni e che finalmente noi stiamo portando avanti. È una buona riforma, che funziona, e personalmente ne sono molto contenta anche perché ci rende più accattivanti nei confronti degli altri paesi con cui ci confrontiamo all’interno degli organismi internazionali”.
REGIONI A STATUTO SPECIALE – Qualche appunto il ministro lo ha rivolto alla modifica del Titolo V della Costituzione: “Se avessi dovuto scrivere il testo di questa sezione da sola, in una stanza, senza confronto, sicuramente lo avrei scritto in maniera diversa, sono tuttora convinta che il testo iniziale fosse migliore di quello che poi è stato approvato dalle Camere, ma è comunque preferibile a quello che avevamo prima”. A proposito degli aspetti che riguardano la riforma degli enti locali, in molti si sono preoccupati della riduzione della “specialità” delle Regioni a Statuto speciale, proprio come la Sicilia. “Con questa riforma – ha chiarito Boschi – chiediamo che anche le Regioni a Statuto speciale rimettano in discussione il rapporto con lo Stato in merito alle competenze, ma tutto questo sarà deciso nel corso del confronto che seguirà nei prossimi mesi. È chiaro, però, che questi margini di autonomia devono essere sfruttati a vantaggio e a servizio dei cittadini”.
Prima di chiudere, promettendo una nuova visita in Sicilia, prima del voto di ottobre, il ministro non ha risparmiato una stoccata ai berlusconiani e agli altri che si sono schierati contro la riforma: “Berlusconi ha definito come una ‘deriva autoritaria’ una riforma che ha scritto con noi e non capisco come il Movimento 5 Stelle possa dire ai suoi elettori che è contrario a un testo che riduce il numero dei parlamentari e, conseguentemente, la spesa pubblica”. “Il punto – ha concluso il ministro – è che sono rimasti senza argomenti. Le cose giuste si devono fare e basta. E noi le stiamo facendo”.
LA VERTENZA ALMAVIVA – Arrivando alla Tonnara Florio, il rappresentante del Governo nazionale ha voluto subito incontrare una delegazione di lavoratori Almaviva, che in questi giorni vivono ore di ansia in attesa di sapere se l’azienda attiverà le procedure di mobilità. Con lei anche il sottosegretario renziano Davide Faraone e il responsabile Cultura del Pd Sicilia, Antonio Ferrante. Boschi ha rassicurato i dipendenti del più grande call center della Sicilia che si farà portavoce delle loro richieste con i colleghi del Mise, dove è attualmente aperta la vertenza.