L'avvocato Jimmy D'Azzò
PALERMO – “Un intimo amico mio che sta assieme a me…”, diceva il capomafia di Bagheria Pino Scaduto parlando di Gioacchino Mineo. Mineo era il suo vice. Un vice che da alcuni giorni si trova agli arresti domiciliari.
Il boss, 65 anni, già condannato due volte è tornato a casa per decisione del giudice per le indagini preliminari con il parere favorevole della Procura.
È stata accolta la richiesta del difensore, l’avvocato Jimmy D’Azzò che ha tracciato il profilo di un uomo che in carcere sarebbe cambiato. A Voghera ha iniziato a scrivere poesie e sceneggiature di spettacoli teatrali. Niente a che vedere con il mafioso che, dopo, avere già scontato una pena negli anni Novanta, finì di nuovo in carcere nel 2008, quando il blitz Perseo dei carabinieri azzerò il tentativo di rifondare la Cosa nostra di Palermo e Provincia. In quella rifondazione anche lui fece la sua parte.
Mineo finisce ai domiciliari mentre su di lui pesa una nuova richiesta di condanna a otto anni nell’ambito del processo nato dal blitz Reset 2. Nel novembre del 2015 vennero a galla alcune vecchie estorsioni contestate a 17 imputati, fra cui Mineo che tornò in carcere dopo avere scontato la condanna al processo Perseo. In attesa di sapere se gli toccherà iniziare una nuova parentesi carceraria il boss è tornato a casa.
