L’ha ridetto: “Dichiarazioni su scudetto? Non rettifico, il mio obiettivo resta quello di fare il massimo per questa squadra, come vincere lo scudetto. Lo sappiamo benissimo che è difficile, sappiamo che Inter, Milan e Juventus sono squadre dallo spessore particolare, basta vedere che giocatori hanno. Io mi tengo stretti i miei. Qualcuno sorride a queste parole, magari poi sarò io a sorridere”. Dobbiamo ammetterlo, Walter Zenga comincia a piacerci. Non è l’addolcita commiserazione che si riserva ai pazzi che credono di essere Napoleone, è il rispetto per una filosofia di gioco e di vita che inizia a fare capolino dietro la smagliatura delle parole. Veniamo al punto. Walter sa benissimo che i rosanero non vinceranno il Tricolore. Ma applica all’esistenza un campo di gioco infinito. Perché limitarsi? Perchè il Palermo non potrebbe vincere il titolo? Perchè i bruttini non potrebbero sposare Naomi Campbell, ammesso che ne valga la pena? Perchè, uscendo di casa, non potrei trovare una pepita d’oro sotto un quadrifoglio? E’ dunque la filosofia dei poeti che tracciano con i versi l’impossibile e lo agganciano. E’ la prassi dei maghi che tirano fuori il coniglio dal cappello a cilindro. E sarebbe una tristezza per i bambini e per i sognatori, se il mago riconoscesse: “Nessun coniglio uscirà dal cappello”. Sarebbe la fine di tutte le parole e di tutti i Natali. Dunque, Walter il Poeta. Anzi, Walter il Mago.
Dall’altra parte il concreto patron catanese Pulvirenti con le sue velenose frecciatine senza nome: “Il nostro obiettivo? Rimane la salvezza. Questa estate abbiamo sentito tanti giochi di parole da parte di presidenti e alcuni allenatori (alcuni…ndr). Noi pensiamo esclusivamente ai fatti, non facciamo nessun volo pindarico”. E non sai che ti perdi, presidè. Non sai quanto è grigia una giornata senza giostre, ma con Lo Monaco. Forse la realtà appartiene a Pulvirenti e a quelli come lui. Quelli che invecchiano davvero. Ma i sogni sono tutti di Walter il Mago. E sono suoi i conigli nei cappelli e le pepite sotto i quadrifogli. E sono suoi i cuori di quelli che non si arrendono perchè hanno letto “La storia infinita” a tredici anni. Ed è ancora sua la commozione che ti prende quando guardi in alto, dove mai hai osato prima.
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