PALERMO – Un piano di riordino della materia venatoria. E` questo l`obiettivo dell`azione politica congiunta E “trasversale” degli onorevoli Clemente (Cantiere popolare), Germanà (Nuovo centrodestra) e Ruggirello (Articolo 4).
`Risale infatti al 1997 – si legge in una nota congiunta dei tre parlamentari – il recepimento, da parte della Sicilia – con sconcertante ritardo rispetto alle altre Regioni italiane – della Legge 157/1992 che permetteva un allineamento ai nuovi principi in tema di caccia, di gestione del territorio e del patrimonio faunistico. Sono ormai passati tanti anni da quel lontano 1997, il panorama giuridico espresso dalla Legge quadro è stato in parte modificato, in parte stravolto con l’approvazione della Legge comunitaria 2010.
Nonostante le numerose modifiche apportate nel corso degli anni dal Legislatore siciliano alla L.R. n. 33/1997, nessuno degli “addetti ai lavori” – prosegue la nota – ne aveva approfittato per porre rimedio a quelle macroscopiche lacune della legislazione siciliana che la rendevano monca rispetto alle altre Leggi regionali italiane. In buona sostanza, nessuno degli addetti ai lavori si era reso conto che in Sicilia non erano praticabili l’esercizio della caccia da “appostamento fisso”, la caccia in deroga, la caccia di selezione. Bene, finalmente è arrivato il momento di porre fine alle discriminazioni fin ora subite dai cacciatori siciliani appassionati di caccia da appostamento fisso, e di caccia in deroga, di caccia di selezione agli ungulati che in base all’attuale disciplina nazionale può svolgersi al di là dei normali periodi di caccia. Finalmente è arrivato il momento di unificare la normativa al fine di renderla più` giusta e più` aderente alle caratteristiche del territorio.
Queste – prosegue il comunicato – in linea di massima le istanze formulate all’Assessore che ben presto faranno parte del disegno di modifica della legge sulla caccia che arriverà in Assemblea. Ma c`è dell`altro: occorrerà, adesso, mettere mano alla mai risolta questione del piano faunistico venatorio e dei siti della Rete Natura 2000, abolire le discriminazioni cui sono assoggettati i cacciatori delle Isole Minori, e disciplinare, una volta per tutte, l’utilizzabilità venatoria dei demani forestali ma anche rivedere i confini e la distribuzione delle aree protette”.