Parla la compagna di Alario | "Guzzardo dica tutta la verità" - Live Sicilia

Parla la compagna di Alario | “Guzzardo dica tutta la verità”

Giovanni Guzzardo davanti al bar che aveva aperto a Capaci

Oggi il fermo di Giovanni Guzzardo per omicidio.

PALERMO – “Ieri sera ho stretto forte un peluche che Santo mi aveva regalato, per sentirlo più vicino. Mi sono chiesta perché dovessi vivere ancora nel dubbio, il perché di questo tormento. Oggi ho finalmente avuto le mie risposte e se quest’uomo ha fatto del male al mio Santo non lo perdonerò mai. Può chiedere il perdono divino, ma non il mio”..

La voce di Rosi Sparacio è interrotta dalle lacrime dopo la notizia del fermo di Giovanni Guzzardo e l’ipotesi di omicidio del suo compagno, scomparso il 7 febbraio insieme al 46enne. Di Santo Alario non c’è ancora traccia e i carabinieri che hanno rintracciato l’uomo a Termini Imerese, da diverse ore hanno avviato le ricerche del cadavere. “Da quel giorno non avevo mai perso le speranze – prosegue la donna – ho immaginato più volte che Santo tornasse a casa, che aprisse la porta per abbracciarmi. Ho vissuto un incubo, nell’incertezza di cosa potesse essergli accaduto, ma non ho mai smesso di pregare. La vita è un dono di Dio, soltanto lui può darla e toglierla. Chi ha fatto del male al mio compagno dovrà raccontare la verità”.

Rosi Sparacio, che conviveva con Alario a Carini, durante i tre mesi di ricerche ha più volte ribadito di aver solo sentito parlare di Giovanni Guzzardo e di non conoscerlo personalmente: “Da quando aveva aperto il bar Avana nella piazza di Capaci – ha precisato – Santo lo andava a trovare spesso e mi parlava spesso di lui. Non erano amici, ma dei conoscenti. Non ho mai capito perché quel giorno fossero insieme in auto, resta per me un mistero quel viaggio a Ventimiglia di Sicilia, da cui mi ha mandato foto e video. E’ stato quello l’ultimo giorno che l’ho sentito”.

Da allora, le uniche tracce dei due uomini erano state l’auto ritrovata a Caccamo, nei pressi del lago Rosamarina, e le immagini delle telecamere di una strada di Ventimiglia, che avevano immortalato il passaggio del mezzo. A rendere il mistero ancora più fitto, le parole pronunciate da Guzzardo nel video che Alario ha inviato alla compagna. “La cosa è grave”, diceva guidando l’auto che percorreva una strada di campagna.

La compagna di Alario ribadisce di volerci vedere chiaro: “L’uomo fermato dai carabinieri deve adesso farsi un esame di coscienza e raccontare tutto. Io e la famiglia di Santo abbiamo il diritto di sapere cosa è successo prima che sparissero nel nulla, gettando tutti noi nella disperazione. Cosa può averlo spinto a fare una cosa simile? Attendo con speranza l’evolversi delle indagini, non so ancora nulla. Per me è finito un incubo, ma ne è cominciato un altro”.


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