CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Tre partite per chiudere al meglio la stagione del ritorno in massima serie, poi testa al futuro. L’Orlandina ha ancora tre impegni di campionato prima del rompete le righe, un’altra sfida davanti al proprio pubblico e due trasferte di prestigio a Varese e soprattutto a Venezia, dove calerà il sipario su una stagione più che positiva. Tutti promossi, con una salvezza conquistata in carrozza, ma principalmente con idee chiare per il futuro. È ancora presto per parlare di innesti o di rivoluzioni in seno al roster da presentare ai nastri di partenza del prossimo campionato, però da parte della società e dei giocatori più rappresentativi sono già arrivati i primi segnali in questo senso. Magari per fare un salto di qualità, oltre che confermarsi in massima serie, sebbene la permanenza della categoria resti l’obiettivo principale del club orlandino.
Il primo innesto, se così vogliamo definirlo, è già stato annunciato. Tommaso Laquintana si è fatto le ossa in A2 Gold con Biella, guadagnando anche l’accesso ai playoff promozione, e da lui ripartirà il nuovo progetto dei paladini. Una regular season chiusa con 10,1 punti e 2,1 assist di media in 26 partite per confermarsi ancora una volta come uno dei principali giovani del panorama cestistico italiano, ma soprattutto per dare certezze all’Orlandina, che già aveva intravisto nel playmaker pugliese il talento necessario per fare strada al piano di sopra. Tutto pronto dunque per affidargli la cabina di regia, a vent’anni ancora da compiere, anche se difficilmente gli verranno affidate le chiavi sin da subito. Motivo per cui l’intenzione è quella di trattenere ancora per un anno lo zoccolo duro della squadra, il vero punto di forza in questa stagione grazie all’esperienza messa sul parquet.
Basile e Soragna, giusto per fare due nomi, sono stati chiari. L’età avanza, ma la voglia non manca. Un futuro con la canottiera dell’Upea è ancora possibile e puntare su giocatori come Laquintana potrebbe essere un ulteriore avvicinamento verso i due pilastri dell’Orlandina. Gianluca Basile, senza girarci attorno, ha fatto intendere di voler vedere una squadra più “italiana”, facendo l’esempio di Reggio Emilia, che seguendo questa politica è riuscita ad elevarsi verso l’élite del campionato italiano e a lanciare giovani dal sicuro avvenire come Mussini. Difficilmente Capo d’Orlando prenderà una svolta autarchica, ma avvicinarsi alle esigenze dei giocatori di maggiore esperienza potrebbe segnare il passo decisivo per tenere in squadra elementi fondamentali non solo per il campo.
Fuori dal parquet c’è un’altra posizione da valutare. Che gli addetti ai lavori conoscessero bene le qualità di Giulio Griccioli è indubbio, ma adesso che il coach toscano ha riportato alla ribalta in massima serie un piazza come quella di Capo d’Orlando, le sirene potrebbero farsi più rumorose: tra i complimenti del commissario tecnico Pianigiani, di cui è stato assistente negli anni d’oro di Siena, una candidatura ormai assicurata al premio di miglior allenatore della Legabasket e voci che lo indirizzerebbero verso piazze storiche della pallacanestro italiana, restano aperte tutte le ipotesi per il suo futuro. Nessuno, come da tradizione dell’Orlandina, porrà dei paletti sul suo percorso di crescita, dato che stiamo pur sempre parlando di un tecnico al primo anno di Serie A. Dall’altro lato, però, la volontà è quella di proseguire un progetto che finora ha dato soltanto soddisfazioni. Magari per fare insieme il salto di qualità.
