Carissimo Tifoso Rosanero
Intanto non se uno, sei almeno due. C’è quello che ha un tatuaggio rosanero nel cuore in eterno. Era rosanero pure ai tempi della Puteolana, quando Tebi del Giarre ci trafiggeva sul suo campetto polveroso, quando il Trapani aveva un brasiliano per scommessa (tale Pita), quando D’Este (tre volte) e Pocetta stordirono con quattro cazzotti il celebrato potiere dell’Aiax, Stanley Menzo, quando Nuccio imitò la rovesciata di Parola contro la Juve Stabia, quando Musella segnò quattro gol al Casarano di Navone, quando il portiere del Siracusa si chiamava Torchia, quando, quando, quando…. Infinita è la lista dei quando per chi ama i colori nativi. C’è poi il convertito. Amava un’altra, finché il Palermo militava nelle serie scafazzate. Ora, con la serie A, abbraccia la vera fede.
Tu come sei, tifoso rosanero? Sei passionale, generoso, leale, nella fetta buona e luminosa della tua anima. Sei eccessivo, un po’ “tascio” e un po’ incivile, nella zona in cui non batte il sole. Tutto sommato esibisci un bel segno positivo, anche se tendi alla divisione interna, in perfetto stile Partito Democratico. Sei fanaticamente teso a dimostrare l’assunto: più rosanero di te non c’è nessuno. Così, a cascata: quelli dei tempi della Puteolana sfottono gli altri che tenevano per le “strisciate”, col Palermissimo in C. E tutti insieme sfottono me, che sono romanista da quando avevo sei anni. Lo sanno tutti e qualcuno ogni tanto me lo rinfaccia, mormorando: lei perché non pensa a Totti? Perché sono palermitano, perché amo Palermo e il Palermo, come una irrinunciabile infedeltà coniugale. Certo, non rinnego il mio peccato d’origine. Prendetevela con papà, un professore, per giunta catanese, che mi regalò un album di figurine. Lo sfogliai e mi innamorai di Pruzzo, una perversione d’accordo. Non l’ho mai nascosta. Non ho mai finto di essere altro, come capita a tanti silenti colleghi che esibiscono la sciarpetta, per coprire una tonalità sgradita. Oggi, quando penso a Pruzzo, è come se tenessi per mano la mano invisibile di mio padre. Come si fa a mutare squadra?
A prescindere dalle divagazioni, il problema resta, caro tifoso rosanero. Oggi sei magari peggio del Pd. Soffri la scissione nelle viscere in fiamme. Ami Zamparini (giustamente, per l’oro che ha portato in dote), ma capisci che i suoi comportamenti finiscono col danneggiare proprio il patrimonio tanto faticosamente accumulato. La schizofrenia del sentire ha condotto un popolo sulle barricate metaforiche della polemica. Pro o contro il presidente, nessuna mediazione è possibile. Lo vedi che sei eccessivo, amabile tifoso rosanero? In fondo è normale: sei palermitano, hai l’adrenalina nel sangue, col pane e panelle. Però basterebbe pensare che quello che conta è l’amore univoco per Palermo, in qualunque opinione sia declinato. Questo ci darebbe unione e forza, non solo nello scintillio delle quinte del pallone. Forse avremmo perfino il coraggio di tentare una vita migliore. Una vita più dolce sotto un diverso cielo.