Caro prezzi, 'per Acciaierie di Sicilia non conviene più produrre'- Live Sicilia

Caro prezzi, ‘per Acciaierie di Sicilia non conviene più produrre’

L'allerta dei sindacati che chiede misure al Governo Draghi.

CATANIA – Per Acciaierie di Sicilia “non è più conveniente produrre alla luce del rialzo dei costi di gas e dell’energia elettrica”. E’ quanto emerso da un incontro avuto ieri, a Catania, tra azienda e sindacati. “Il Governo nazionale non può chiudere gli occhi sui rincari dei costi dell’energia”, afferma la Fiom Cgil etnea nel renderlo noto. “I costi che l’azienda produttrice di acciaio sopporta – sottolinea – il sindacato – sarebbero così alti da superare i guadagni. La cassa integrazione è già scattata ma temiamo per il destino dei 400 lavoratori catanesi già a breve termine. Dalla nostra città – osserva la Fiom Cgil – si alza un grido di preoccupazione a proposito di un manifesto disinteresse del Governo nazionale rispetto alle Isole”. La Fiom Cgil chiede “un’attenzione straordinaria su questo caso che potrebbe travolgere i destini di un migliaio di lavoratori in tutta l’Isola”.

“Attendiamo con ansia il decreto sul caro-energia che il Consiglio dei ministri dovrebbe discutere domani. Ci auguriamo non venga ancora una volta ignorata la drammatica condizione di imprese come Acciaierie di Sicilia, che da sempre è penalizzata da un costo della bolletta elettrica più alto a Catania e nella nostra Isola rispetto ad altre aree del Paese. E che quindi adesso è maggiormente esposta al rischio di ulteriori tagli nella produzione, oltre quelli già effettuati nei giorni scorsi”, affermano i segretari generali di Uil e Uilm di Catania, Enza Meli e Giuseppe Caramanna, che dieci giorni fa aveva lanciato l’allarme sulla crisi provocata dalla stangata energetica in aziende “energivore” come Acciaierie di Sicilia, costretta a sospendere tre turni lavorativi. Enza Meli e Giuseppe Caramanna, che fanno appello “a tutte le forze politiche del nostro territorio perché facciano sentire al Governo la voce del nostro territorio”, ricordano come siano pericolosamente in bilico 400 occupati, tra dipendenti dello stabilimento nella zona industriale e indotto. Gli esponenti sindacali, infine, ribadiscono “la preoccupazione dei lavoratori e della nostra organizzazione per la sopravvivenza di Acciaierie che aggraverebbe quel fenomeno di desertificazione produttiva sempre più evidente a Catania”.


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