Carola Rackete, la comandante della Sea Watch, è partita da Lampedusa diretta ad Agrigento accompagnata da una motovedetta della Gdf. Appena sbarcata dalla motovedetta della Guardia di finanza approdata a Porto Empedocle, è stata accolta al grido di “Carola” da tanti agrigentini accorsi a manifestarle solidarietà. Appena scesa in banchina è stata accompagnata su un’autovettura delle Fiamme Gialle ed ha lasciato il porto.
Associazioni e cittadini hanno espresso solidarietà anche alzando al cielo le coperte termiche: quelle utilizzate per i soccorsi dei migranti. Ma c’è stato anche chi, in mano, teneva una sorta di striscione con la scritta “Carola” e un grande cuore rosso. Claudia Casa di Legambiente teneva in mano invece uno striscione con la scritta. “Salvare vite non è reato”.
Alle 15.30 in tribunale si svolgerà l’interrogatorio nel corso dell’udienza di convalida del suo arresto. Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli hanno chiesto la convalida dell’arresto di Rackete. I reati contestati sono rifiuto di obbedienza a nave da guerra, resistenza o violenza contro nave da guerra e navigazione in zone vietate. I pm chiedono solo il divieto di dimora in provincia di Agrigento.
“La seguiremo in ogni suo passo”
“L’ho vista scendere dalla macchina un po’ travolta dagli eventi. Teniamo conto che Carola è stata in una condizione di isolamento negli ultimi giorni e nei giorni precedenti in una condizione di relativo isolamento sulla nave, con i naufraghi a bordo e l’equipaggio. E’ impossibile, credo per lei, in questo momento, comprendere tutto quello che accade. Quello che sente è invece l’aspetto giudiziario di questa vicenda che però si è preparata ed è pronta ad affrontare”. Lo ha detto Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch subito dopo l’arrivo del comandante Carola Rackete a Porto Empedocle. “Ora è stata condotta in tribunale, noi siamo qui, simbolicamente, per assisterla. La seguiremo in ogni suo passo – ha aggiunto – . E’ stata chiesta la convalida per i reati 1100 del codice della navigazione che è resistenza a nave da guerra e 337 del codice penale che è resistenza a pubblico ufficiale”. “La nostra difesa – ha spiegato il portavoce – verrà impostata sull’affermazione dello stato di necessità che la comandante aveva espresso più di 36 ore prima dell’obbligato ingresso in porto e che era stato ignorato così come tutte le richieste di indicazioni di un porto sicuro inoltrate alle autorità di diversi paesi europei nei 17 giorni che l’hanno vista responsabile delle vite dei naufraghi a bordo e dell’equipaggio”.
L’inchiesta sulla foto segnaletica
Il Questore di Agrigento, nell’apprendere della diffusione di un’immagine che ritraeva la comandante della Sea Watch, Carola Rackete, in una fase del fotosegnalamento avvenuto negli uffici a Lampedusa, ha immediatamente avviato una inchiesta interna finalizzata a ricostruire l’accaduto. Lo rende noto la Polizia. L’accertamento ha avviato un procedimento disciplinare e gli atti sono stati trasmessi all’Autorità Giudiziaria competente. “Abbiamo depositato un’interrogazione parlamentare, un esposto al Garante dei detenuti, ed uno a quello della Privacy per la diffusione illecita della foto segnaletica della Capitana Carola. Una vera e propria barbarie di cui il responsabile dovrà pagare. Basta gogne!”, scrive su twitter il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente della commissione Giustizia della Camera.