PALERMO – La carta d’identità elettronica? Palermo dovrà ancora aspettare, almeno un mese. E stavolta non è colpa del ministero o del comune, ma delle macchine che arrivano a singhiozzo e, quelle che arrivano, per metà sono anche rotte. Sembra quasi “maledetto” l’avvio in città del nuovo documento di identità, simile in tutto e per tutto a un bancomat ma che nelle intenzioni dello Stato dovrebbe cambiare (in meglio) il rapporto dei cittadini con la Pubblica amministrazione.
Perché la carta d’identità elettronica, oltre a essere più sicura e duratura (oltre che più costosa), consente anche di accedere a tutta una serie di servizi presso uffici e sportelli. Ma il documento, che è ormai una realtà in gran parte d’Italia, a Palermo sembra diventato una chimera.
Da mesi si parla del suo imminente arrivo puntualmente rinviato per i più svariati problemi, in primis le divergenze (circa 5 mila) tra l’anagrafe comunale e quella statale che sono state corrette. Poi è stata la volta della formazione del personale, costata anche la chiusura degli sportelli e il caos negli uffici, e ora tocca anche alla “sfortuna”. In città dovranno essere predisposte 28 postazioni dotate di appositi macchinari per le fotografie digitali e la scansione dell’impronta, ma nonostante l’annunciato avvio del primo ottobre ad oggi sono arrivati solo 17 apparecchi. Di questi ne sono stati scartati otto, di cui la metà sono risultati rotti mentre gli altri vanno collaudati dal personale incaricato dell’istituto poligrafico dello Stato. Una bella rogna, se si pensa che da Roma hanno fatto sapere che gli altri macchinari verranno consegnati entro l’11 ottobre e che, finché non saranno tutti attivi (compresi quelli rotti e da sostituire), il nuovo sistema non potrà partire.
La previsione è che ci vogliano almeno tre settimane, anche se dal Comune per scaramanzia parlano di quattro. Cioè un mese pieno di ritardo sulla tabella di marcia. “Che dire, non siamo particolarmente fortunati con la carta d’identità elettronica – dice tra il serio e il faceto l’assessore Giuseppe Mattina – e se qualcuno volesse spargere un po’ di sale nei nostri uffici, sarebbe il benvenuto”. Una battuta ovviamente, nel tentativo di affrontare col sorriso l’ennesimo intoppo sull’ormai lungo, lunghissimo percorso che porterà anche a Palermo la carta d’identità di ultima generazione.