CATANIA – Una questione tecnico-giuridica. Ma che ha un peso nella vita da detenuto del boss dei Cursoti Pippo Garozzo ‘u maritato. La Corte d’Appello di Catania, infatti, aveva emesso un’ordinanza con la quale eseguiva nei confronti del mafioso la pena dell’ergastolo. Una decisione che era in contraddizione con quella della Corte d’Appello di Torino che aveva invece dichiarato ineseguibile il carcere a vita, visto che su questo la Germania non aveva concesso l’estradizione.
I difensori di Garozzo, gli avvocati Mario Brancato e Giuseppe Grasso, hanno presentato ricorso per Cassazione. E la Suprema Corte ha annullato l’ordinanza emessa alla Corte di Appello etnea che pur riconoscendo l’istituto del reato continuato aveva portato in esecuzione e applicato l’ergastolo.
“Contravvenendo – secondo i legali di Garozzo – alla ineseguibilità della stessa precedentemente stabilita”. La Cassazione ha annullato l’ordinanza, ritenendo illegittima l’applicazione della pena dell’ergastolo e rinviato gli atti alla Corte di Appello per un nuovo giudizio, ai fini della riqualificazione della pena, con esclusione dell’ergastolo.