CATANIA – Stand affollati di attivisti e di curiosi, nonostante la pioggia. Chiude in bellezza la terza edizione dello YogaFestival, che quest’anno ha animato per tre giorni il cortile e le sale del Palazzo della Cultura. Sempre crescente il pubblico che ha visitato quella che, per il week end, ha fatto di Catania la capitale della spiritualita’. Come sottolineato dal sindaco Bianco che ha voluto testimoniare l’importanza della manifestazione partecipando attivamente alle numerose attività. “Per una singolare coincidenza – ha sottolineato il primo cittadino – Catania ospita tre eventi che hanno al centro la spiritualità: lo YogaFestival, la settimana internazionale sul tema della natura e della mente, una riflessione a metà tra scienze, arte e filosofia, e comunque con un contenuto fortemente spirituale, e poi l’Expo Anci un appuntamento internazionale dedicato al tema dell’alimentazione. La città – ha aggiunto – ha bisogno di queste energie”.
E, le parole d’ordine dello YogaFestival, sono state proprio armonia ed equilibrio, la ricerca dei quali sembra sempre più importante per tutti. Il sempre crescente interesse per le discipline orientali rappresenta, in questo senso, un chiaro segnale. Il Tai Chi, ad esempio, registra sempre più consensi. “Si conferma una disciplina che attira – ha spiegato il maestro Paolo Consoli – e dimostra la necessità per ognuno di noi, di ritrovare l’asse, di riallinearci con la Terra”. Un’esigenza della contemporaneità che, all’interno dello YogaFestival, viene. soddisfatta appieno.
“Questa manifestazione si svolge ogni anno in tutto il mondo con sempre più adesioni – ha evidenziato Wanda Vanni, direttrice dell’Associazione Culturale OEB e presidente della Federazione Mediterranea Yoga – e io ho fortemente voluto che Catania diventasse il terzo polo italiano, dopo Milano e Roma. La Sicilia risponde infatti sempre presente – ha proseguito – e ciò significa che, in particolare in questo momento storico, il bisogno di equilibrio e di amore è un imperativo. E lo yoga è un atto di amore verso se stessi”.
