CATANIA – Il capoluogo etneo si prepara alla giornata di mobilitazione nazionale indetta da Cgil e Uil per venerdì 15 novembre. I motivi della protesta sono stati presentati, stamani, nella sede catanese della Uil. “Un appello alla mobilitazione di lavoratori, disoccupati, donne, studenti, pensionati affinché giunga al Governo anche da Catania, soprattutto dalla martoriata Catania, un messaggio deciso di protesta contro la legge di Stabilità e in favore di una manovra che sia finalmente all’insegna dell’equità sociale. Scendiamo tutti per strada, in piazza, perché la disperazione non travolga questa provincia”. Lo hanno dichiarato congiuntamente i segretari di Cgil e Uil, Angelo Villari e Angelo Mattone in conferenza stampa. Esponendo, inoltre, il percorso che effettuerà il corte di venerdì prossimo: il concentramento dei lavoratori sarà alle 9.30 di fronte alla villa Bellini, mentre il corteo si snoderà lungo la via Etnea. Quindi è previsto il comizio di chiusura in piazza Manganelli.
“La legge di Stabilità – sottolineano Villari e Mattone – non riduce le tasse a lavoratori, pensionati e imprese, anzi si profila un incremento della pressione fiscale con la Trise (Imu+Tarsu): cambia nome, peggiora la sostanza. Senza una riduzione di imposte e tributi, però, il Paese non si rialzerà e i consumi interni continueranno a calare, le aziende a chiudere, specie a Catania e in Sicilia dove la quota-export non è certo quella del Nord-Est !”. Cgil e Uil, inoltre, sono allarmate dalla carenza di risorse per gli ammortizzatori sociali: “Va rifinanziata subito la Cassa integrazione, che a Catania cresce anche in controtendenza con il resto di Sicilia”, hanno esclamato i segretari sindacali che ricordano la richiesta di rivalutazione delle pensioni e sollecitano iniziative concrete “per esodati e precari, perché non si può morire di prepensionamento o aspettando lavoro dignitoso e certo”. “Per tutto questo – aggiungono Angelo Mattone e Angelo Villari – servono risorse: da tempo, inutilmente, chiediamo tagli ai costi della politica indicando voci di spesa e soluzioni alternative. Tra queste, la obbligatorietà dei costi standard e il superamento della frammentazione delle attuali 30 mila centrali appaltanti pubbliche”.
Villari, facendo riferimento all’indagine conoscitiva appena presentata dalla Cgil alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in seduta congiunta per l’esame della legge di Stabilità, ha particolarmente criticato le lacune delle misure a sostegno dei cittadini più poveri e deboli, che aumentano di giorno in giorno: “Quel disegno di legge prevede un complesso di interventi del tutto insufficienti a fronteggiare gli effetti della crisi e il progressivo indebolimento della condizione sociale. Dall’entità degli stanziamenti deriva da un lato l’impossibilità a rispondere ai crescenti bisogni sociali, si pensi alla non-autosufficienza, e dall’altro di poter prevedere, attraverso la dotazione di risorse, strumenti di contrasto attivo alla povertà e all’esclusione sociale. L’ipotesi di un programma per la promozione e l’inclusione sociale è evidente che non ha gambe sulle quali potersi reggere”. Mattone ha, invece, menzionato il recente dossier Uil sulla Pubblica amministrazione in Italia “che, a fronte di un tasso di spreco del 20-25 per cento, indica la possibilità di risparmi per 100 miliardi di euro con pratiche efficienti di gestione e la valorizzazione dei lavoratori pubblici, sinora ingiustamente penalizzati”. “La spesa pubblica italiana – conclude Mattone – non è superiore alla media dei Paesi europei, invece il Parlamento costa in media a ogni cittadino 27.2 euro contro gli 8.1 della Francia, 4.2 del Regno Unito, 4 della Germania, 3.1 della Spagna. I Consigli regionali, invece, costano agli italiani 18.2 euro pro capite”.
Sente in modo pressante la Crisi anche Stefano Passarello, segretario generale Uil-Fp di Catania: “Scendiamo in piazza perché, con questi tagli previsti dal governo nazionale, la gente non ce la fa più. Deve essere il Governo, quindi, a mettere gli imprenditori nelle condizioni di poter assumere i più giovani. Questo serve a far vivere l’Italia”
Parteciperà, pur tra i distinguo, alla manifestazione di venerdì i membri del comitato Viva la Costituzione di Catania. Che in una nota fanno sapere “Lo sciopero del 15 non è solo quello dei lavoratori dipendenti, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati, dei sindacati. Esso chiama tutti i cittadini che hanno a cuore la Repubblica”.