CATANIA – Il Tribunale del Riesame ha confermato l’ordinanza emessa dal Gip per il catanese Filippo Boccaccini, il 49enne catanese ritenuto dalla polizia il pilota del drone del gruppo che avrebbe portato la droga al carcere di Caltagirone e altri istituti penitenziari dell’Isola. Lo stupefacente, rivenduto nelle celle a prezzi altissimi, sarebbe arrivato ai detenuti proprio così.
Boccaccini avrebbe guidato il drone che portò la droga in carcere a Caltagirone nel settembre del 2023. Qualche giorno dopo, l’avrebbero accusato di detenzione ai fini di spaccio di mezzo chilo di hashish, in concorso con un minorenne. È accusato di ben 19 ipotesi di reato.
Il caso del Pagliarelli
È accusato di esser stato a Enna, poi ad Augusta, lo scorso settembre. Infine persino a Palermo, nella seconda metà di settembre. A lui, assieme ad altre due persone, è contestata l’ipotesi di tentata cessione di stupefacenti, fallita per il “malfunzionamento del drone”, al Pagliarelli. E a Taranto, il 22 settembre.
Conferme dal Tribunale di Libertà pure per Luca Aurora e Manuela Finocchiaro. Marito e moglie, sono due dei 13 arrestati nell’operazione della Squadra mobile e della Polizia penitenziaria per l’inchiesta dello scorso luglio, che ha portato a individuare presunti giri di droga nelle carceri. Aurora, difeso dall’avvocato Andrea Gianninò, era già detenuto in Calabria.
Il pacco “spedito”
I fatti risalgono a quando si trovava a Enna, dove avrebbe ricevuto hashish, cocaina e un numero imprecisato di telefonini attraverso un drone arrivato nella sua cella. Esattamente al 7 settembre dell’anno scorso. A spedire il “pacco” con un drone sarebbero stati altri indagati.
Ad Aurora è contestato inoltre di aver ceduto un micro-cellulare per 50 euro a un detenuto dell’Ucciardone di Palermo, e di avergli ceduto anche hashish; oltre a un’altra vendita di fumo all’interno della casa circondariale Luigi Bodenza di Enna.