Catania, lettera della Curva Nord: | "Sempre presenti, Pulvirenti lasci" - Live Sicilia

Catania, lettera della Curva Nord: | “Sempre presenti, Pulvirenti lasci”

Attraverso una pagina su Facebook, il tifo organizzato rossoazzurro ha manifestato la propria massima vicinanza alla squadra, e al tempo stesso la propria opposizione al patron Pulvirenti.

calcio - serie b
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CATANIA – Dalla Curva Nord arriva un segnale forte per manifestare al tempo stesso la propria vicinanza al Catania, nel periodo più grigio dell’ultimo decennio, e la propria opposizione all’attuale gestione societaria da parte del presidente Antonino Pulvirenti. Attraverso la pagina Facebook “Quando Saremo Tutti Nella Nord”, infatti, si legge una lunga e intensa lettera che ha come titolo “IL CATANIA SIAMO NOI: IERI, OGGI E DOMANI. DOMENICA TUTTI ALLO STADIO”, nella quale si legge la forte intenzione, da parte del tifo organizzato a tinte rossoazzurre, di sostenere la formazione guidata da Dario Marcolin nella corsa verso la salvezza.

“Confessiamo che la voglia di mollare tutto, ieri, è stata forte. Fortissima – si legge all’inizio della lettera – . Mai avremmo pensato che si potesse arrivare a tanto: additare una tifoseria, che conduce sì una battaglia forte, ma sempre nel segno della massima trasparenza e civiltà, con allusioni gravissime ed offensive. Capiamo che la disperazione nel vedere crollare, giorno dopo giorno, il castello di menzogne e falsità costruito in due anni, essere con le spalle al muro della propria irresponsabilità, vedere avvicinarsi sempre di più il momento in cui si sarebbe svelato da solo il disegno di distruzione del Catania, abbiano condotto nella disperazione Nino Pulvirenti e Pablo Cosentino; ma che per cercare di distogliere l’attenzione si arrivasse addirittura a calunniare ed infamare la tifoseria, quella stessa tifoseria che per otto anni ti ha idolatrato senza se e senza ma, non ce lo aspettavamo. E’ successo, però, che ci siano arrivati centinaia di messaggi di solidarietà. Pubblici e privati. Centinaia di attestazioni di stima. Centinaia di inviti “Andate avanti”, “Siamo con voi”, “Non molliamo”. Ci hanno fatto capire che la città è unita; che la tifoseria è un blocco granitico. Che il senso della battaglia che da mesi portiamo avanti, non soltanto è condiviso, ma è divenuto senso comune. Largamente maggioritario”.

“La nostra battaglia perché il Catania continui a vivere. Senza Nino Pulvirenti che, per quanto ci riguarda, fa parte del passato di questo nostro glorioso club. E aspettiamo solo che arrivi il momento in cui, raccogliendo il residuo di dignità che ha, lo lasci. Per sempre. Abbiamo detto tante volte che il Catania siamo noi. Che è nostro compito salvarlo. Che solo noi possiamo farlo. E siamo stati coerenti con questo proposito. Stiamo facendo di tutto per salvarlo. La partita di domenica è un altro passaggio fondamentale: se vinciamo abbiamo speranze, se perdiamo il baratro della retrocessione e del fallimento economico si spalancherà davanti a noi. Per questo dobbiamo stare accanto alla squadra. Innanzitutto per non dare alibi a nessuno. Sì, è vero, i calciatori ci hanno messo la faccia e la società no. Ma non deve diventare una scusante. Un modo per lavarsi le mani dalla propria responsabilità. Sono professionisti strapagati, alcuni hanno scelto di venire a Catania a gennaio, lasciando le squadre di cui erano bandiere, per venire qui a guadagnare di più. Non è l’attaccamento alla maglia che gli chiediamo – non prendiamoci in giro: non possono averlo – ma di essere professionisti e di comportarsi come tali: devono giocare e vincere. Allora domenica dobbiamo essere ventimila non soltanto per spingerli alla vittoria ma per dimostrare, anche a tecnico e giocatori, che noi non molliamo di un centimetro e non devono farlo nemmeno loro. Noi tifiamo e sosteniamo e loro debbono uscire i coglioni e metterli dentro al campo; dimostrare di essere uomini e professionisti, sapendo che ci saranno ventimila occhi sugli spalti che osserveranno il loro impegno, che saranno cani da guardia di quello che faranno e di come lo faranno. Il vostro dovere è salvarci: noi saremo sulle tribune a sostenervi e voi dovrete trascinarci alla vittoria. Chiaro?”

“Per questo lanciamo un appello alla città, l’ennesimo di questa stagione: chi ama il Catania deve esserci. Ma non per fare presenza. Deve esserci con convinzione, con il cuore, con i polmoni, con la voce sapendo di dover tornare a casa senza. Dobbiamo essere in ventimila e ciascuno dovrà portare una bandiera, uno stendando, una sciarpa, dovrà indossare una maglietta. Vi ricordate la curva di Catania-Mantova? Bene: è così che dovremo essere. Per noi stessi. Per dimostrare a tutti che la nostra storia, la nostra passione, non le svendiamo. Che il Catania siamo noi. E che sarà su di noi, sul popolo rossoazzurro, che dovrà costruirsi il futuro. Sia che si tratti di salvarsi per poi ricostruire; sia che voglia dire ripartire dai campi polverosi. Conosciamo il sapore di quella terra. Ne siamo già venuti fuori una volta. Ma questo è il momento che, o moriamo come singoli, o resuscitiamo come popolo.
Noi abbiamo fatto la nostra scelta. Voi, da che parte state?”


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