Una stretta di mano per suggellare l’avvio di un percorso comune mirato alla risoluzione seria e concreta delle problematiche dei disabili sensoriali siciliani. Parte da Catania la nuova sfida dell’Ente Nazionale dei Sordi e dell’Unione Italiana dei Ciechi, da anni in prima linea nella difesa e nella tutela dei diritti dei sordi e dei ciechi siciliani.
Nel capoluogo alle pendici dell’Etna si sono date appuntamento le massime cariche regionali dei due Enti per sancire la costituzione di un comitato permanente volto a predisporre strategie e percorsi comuni al fine di favorire l’adozione a livello regionale di scelte politiche univoche a favore dei minorati dell’udito e della vista.
Tra le tematiche imprecastinabili, che necessitano con particolare urgenza di risposte concrete da parte delle Istituzioni regionali, vanno annoverati i servizi socio-sanitari, l’avviamento al lavoro e i servizi a supporto scolastico e post-scolastico. La risoluzione di tali problematiche è un passo necessario per favorire la reale integrazione nel tessuto sociale dei disabili sensoriali.
La nuova battaglia intrapresa in simbiosi dall’Ente Nazionale dei Sordi e dall’Unione Italiana dei Ciechi mira principalmente a sensibilizzare le Istituzioni locali verso le problematiche e i diritti delle fasce sociali più svantaggiate. La preoccupazione più grande, che accomuna i due Enti, riguarda l’attuale crisi economica e la possibilità che questa possa contribuire ad indebolire ancora di più una fascia di popolazione già di per sé debole.
Obiettivo finale dell’opera del comitato permanente è la formulazione di una proposta di legge quadro regionale che regoli in maniera organica e concreta i servizi rivolti ai non vedenti e ai sordi siciliani.
“L’avviamento al lavoro dei sordi – afferma Antonio Coppola, presidente del Consiglio regionale dell’ENS – è una condizione imprescindibile per la loro integrazione sociale. Nonostante la L. 68/99 abbia introdotto il collocamento mirato per i minorati dell’udito, un’adeguata formazione professionale resta una condizione altrettanto necessaria affinché i disoccupati sordi trovino un effettivo sbocco occupazionale. Ad oggi in Sicilia, nonostante la Regione destini ogni anno milioni di euro alla formazione, non si organizzano di fatto corsi di riqualificazione professionale per sordi”.
“Unire le forze dei deboli, come i ciechi e i sordi – sostiene Giuseppe Castronovo, presidente regionale dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – vuole essere un tentativo per scuotere ulteriormente le istituzioni e le coscienze sui gravi problemi che attanagliano i numerosi minorati sensoriali, uniti anche nella legge del 1934 che affida alle Amministrazioni Provinciali l’assistenza e la rieducazione solamente per i ciechi e i sordi. Questa forza, nata dai bisogni e dalle debolezze è volta all’integrazione piena di queste categorie sfortunate, che mirano solo ad avere la dignità nella scuola, nel lavoro, nella società, il riconoscimento pieno da parte delle istituzioni e l’autentico e incondizionato rispetto della società”.
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