CATANIA – Svelato il prospetto restaurato della facciata centrale di Palazzo degli Elefanti. Restituito alla Città e ai visitatori il volto del suo edificio civico più rappresentativo. Via le impalcature, insomma. O meglio: una parte di esse.

La Regione siciliana ha finanziato l’intervento avviato nel giugno dello scorso anno. Il progetto è della direzione Lavori pubblici del Comune.
La facciata di Palazzo degli Elefanti
Il sindaco Enrico Trantino, durante la presentazione del prospetto, avvenuta nella mattinata di oggi, ha evidenziato come il nuovo “volto” di Palazzo degli Elefanti sia frutto di una ricostruzione filologica condotta in accordo con la Soprintendenza.
Le indagini preliminari di pulitura hanno rivelato l’originaria dialettica cromatica tra il giallo sabbia degli intonaci e il candore della pietra calcarea, elementi centrali nel progetto settecentesco di Giovanni Battista Vaccarini.
Attraverso leggere velature di pigmenti naturali e il ripristino delle finiture storiche, la facciata riacquista oggi luminosità e leggibilità, mettendo in risalto il ritmo architettonico dei pilastri, dei timpani e del balcone centrale sorretto da colonne in granito.

Il risultato restituisce alla piazza l’impianto scenografico concepito da Vaccarini, ricucendo il dialogo visivo con la Cattedrale, il Seminario dei Chierici e il monumento al Liotru. Le cromie riportate in luce recuperano così l’immagine storica del cuore barocco della città.
Il consolidamento sismico
Il restauro ha riguardato anche il consolidamento sismico di Palazzo degli elefanti, struttura strategica in caso di emergenza. L’edificio, costruito nel Settecento sulle rovine della loggia medievale distrutta dal terremoto del 1693, presentava murature indebolite da vuoti interni e discontinuità tipiche dei materiali antichi. L’intervento ha previsto iniezioni di calce fluida a elevata resistenza per consolidare paramenti e coperture in cemento.

Parallelamente, si è intervenuti sull’apparato decorativo, elemento distintivo dell’architettura vaccariniana. Ancorati gli ornamenti e le lastre rocciose lesionate con barre in vetroresina o sostituiti con pietra compatibile. Le superfici, appesantite da vecchie tinte sono state sottoposte a una pulitura selettiva che ha rimosso gli strati incoerenti senza intaccare la materia originale.
Sul basamento in pietra lavica è stata applicata una sabbiatura controllata, mentre le finte pietre sono state integrate con malte idrauliche pigmentate.

