Catania, perché il sindaco non dovrebbe essere scelto a Roma - Live Sicilia

Catania, perché il sindaco non dovrebbe essere scelto a Roma

Eterno laboratorio politico, la città dell'Elefante sarà la principale al voto, alle prossime amministrative

CATANIA – Il futuro sindaco non dovrebbe essere scelto a Roma, anche se, su Catania, è in corso una partita politica nazionale. Eterno laboratorio politico, la città dell’Elefante sarà la principale al voto, alle prossime amministrative e avrà un ruolo di peso negli equilibri del centrodestra.

Un test importante anche e soprattutto per i governi Meloni e Schifani, che devono bilanciare le spinte interne di “alleati” che, al momento, continuano una battaglia non proprio silenziosa.

Il centrodestra è debitore

La “pupilla” degli occhi di Giorgio Almirante è contesa dalle correnti di Fratelli d’Italia, partito che ha raccolto consensi ma che resta debitore, per come si è conclusa la gestione di “Salvuccio” Pogliese, nei confronti dei cittadini. Un ragazzone – sempre apprezzato dai catanesi – cresciuto tra il Corso Sicilia e le curve infuocate dello stadio, dove i cori hanno accompagnato la sua ascesa politica, bruciando sul tempo numerosi concorrenti, ma che è incappato in vicessitudini giudiziarie e in due sospensioni, disposte da una legge ingiusta, ma a seguito di una sentenza di condanna che non è proprio irrilevante. Fino a traghettare la città, soprattutto nell’ultimo anno, in un limbo che si è sciolto soltanto con l’improvvisa possibilità di andare al voto delle politiche. A quel punto il tanto contestato a Enzo Bianco “lasciò Catania per andare a Roma” si è trasformato in una via di fuga. E Pogliese è andato a Roma.

Ma Catania è rimasta in balia di commissari e incertezze, di un bravo tecnico come vicesindaco, ma senza guida politica. E, per questo, il centrodestra è debitore nei confronti dei catanesi.

Perché il possibile sindaco non dovrebbe essere scelto a Roma

Catania è avvolta da un silenzio soltanto apparente, dei piani alti della politica. La scelta del possibile candidato del centrodestra, presunto vincitore delle elezioni, dovrebbe essere partorita dal combinato disposto Salvini – Meloni, magari blindando su Fratelli d’Italia un nome, in cambio di altrettanta candidatura a Brescia. In Sicilia Fratelli d’Italia rivendica la guida di Catania, in cambio del sosteno a Schifani, che ha preso il posto di Nello Musumeci.

La politica ha sempre fatto così, i siciliani sono abituati a ratificare, col proprio voto, scelte calate dall’alto. Avveniva ai tempi della Dc, con i Cavalieri del lavoro che erano in grado di determinare le sorti di una regione. Alle ultime regionali, per esempio, Forza Italia ha piazzato di tutto, nei seggi blindati, perfino una Marta Fascina che non ha idea di dove si trovi Marsala. Ma in una città ricostruita dopo tragiche eruzioni, che ha nel suo Dna la forza e l’orgoglio per disegnare il proprio futuro, servirebbe qualcosa in più di una imposizione.

È una città di grandi tradizioni e che è in grado anche di riflettere: non può essere a uso e consumo del politico – potente – di turno. (direttore@livesicilia.it)


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